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lunedì 13 giugno 2011

Referendum...

Non ho problemi ad ammetterlo. In questi referendum chi esce sconfitto è il sottoscritto. Non è stato un voto contro Berlusconi, è stato un voto contro di me e le persone come me che hanno un reddito basso.

La strada per l’inferno è spesso lastricata di buone intenzioni. Questo per dire che spesso le apparenze ingannano.

Cominciamo dai referendum sull’acqua. Qualcuno di voi penserà di aver votato contro la privatizzazione dell’acqua e invece avete semplicemente abolito una norma che stabiliva l’obbligo di privatizzare il 40% della gestione dei servizi pubblici entro l’anno. Quindi non avete impedito la privatizzazione della gestione dei servizi pubblici ma solo la norma che stabiliva l’obbligo. La gestione dell’acqua potrà essere benissimo privatizzata come accadeva già prima della norma.

I referendum infatti sono Abrogativi. Cancellano delle norme. Una volta cancellata una norma restano valide le norme precedenti. E anche in precedenza si poteva privatizzare la gestione dei servizi.

Con il referendum sulla tariffa del servizio idrico in realtà si crea un vuoto legislativo che dovrà essere colmato con una nuova legge. Pertanto per prendere per il culo gli italiani invece del 7% magari metteranno al 6,9%....

E passiamo alla nota per me più dolente. Il referendum sul nucleare è una grave sconfitta della ragione a scapito dell’emotività.

Una centrale nucleare di III generazione avanzata può produrre 1600 MW a un costo di 5,2 miliardi di euro (fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Reattore_nucleare_di_III_generazione )

Inutile parlare di quali vantaggi potevano arrivare dagli impianti di IV generazione.

Se si escludono gli impianti a combustibili fossili, nessun impianto elettrico è in grado di garantire le prestazioni di una centrale nucleare.

La più economica centrale tra le “energie rinnovabili” è la Gemasolar costruita in Spagna. Si tratta di un impianto a solare termodinamico (non fotoelettrico). Un impianto che occupa 185 ettari e che produce quasi 20 MW di energia anche di notte (19,9 MW dichiarati) e che può garantire quindi un tempo di utilizzo di circa 270 giorni all’anno pari a 3 volte quelle dei normali impianti solari fotovoltaici. Il suo costo è dichiarato in 291.132.258 euro.

Siccome la matematica non è un’opinione basta osservare che ci vogliono almeno 80 di queste centrali per avere l’equivalente di una centrale nucleare (1600 MW/ 20MW = 80).

Il problema è che con 80 di queste centrali il costo di realizzazione è di oltre 23 miliardi. Ci realizzi 4 centrali atomiche e ti avanzano soldi.

Ma non è tutto. Con 20 MW di potenza nei 270 giorni di funzionamento stabilito (95 giorni senza energia?) eroghi circa 129,6 GW di potenza (ne vengono dichiarati 110). Se noi dividiamo il costo della centrale per ogni Chilowatt erogato in un anno (nell’ipotesi dei 129,6 GW) abbiamo un costo di 2,25 euro/kW.

Con una centrale nucleare di III generazione avanzata in un anno si producono 14.016 GW di energia. Dividendo il costo della centrale per ogni chilowatt erogato in un anno abbiamo un costo di 0,371 euro/kW.

Numeri impietosi dal punto di vista matematico. È evidente che il costo dell’energia di un impianto a “energia rinnovabile” è notevolmente più caro di quello di una centrale nucleare di III generazione avanzata anche nell’ipotesi in cui si mettono a confronto la più costosa tra le centrali nucleari con la più economica delle centrali a energia rinnovabile.

Cosa comporta un costo dell’energia più elevato? Vuol dire che imprese, industriali e commercianti ricaricheranno il costo dell’aumento della bolletta direttamente sul prezzo dei loro prodotti e servizi e quindi saranno i cittadini con i loro acquisti a pagare questo rincaro. Così come i cittadini stessi pagheranno il costo aumentato della loro bolletta elettrica. Questo si traduce in una perdita di potere d’acquisto.

Ecco cosa avete votato con il referendum sul nucleare. Avete votato per avere una perdita di potere d’acquisto. Quindi avete votato per essere più poveri.

Ma tutto questo ha un compenso?

Si azzera il rischio di un incidente nucleare. Però è come la storia dell’aereo e dell’automobile. Molta gente ha paura di prendere l’aereo anche quando le statistiche dicono che è il mezzo più sicuro. Il numero dei morti per incidenti aerei è di gran lunga inferiore ai morti per incidenti di automobili. E lo stesso si può dire anche per quanto riguarda il nucleare rispetto a moltissimi altri tipi di impianti.

L’unico esempio di incidente “esplosivo” è stato Chernobyl. Un incidente che per tutta una serie di ragioni non può assolutamente ripetersi in una centrale di III generazione. Perché ci sono controlli automatici, informatizzazione e il rischio di “errore umano” è ridotto a zero.
Fukushima ha dimostrato che in caso di gravissimo incidente è possibile evacuare la zona e impedire quindi che la gente venga colpita dalle radiazioni. A Fukushima parliamo di centrali di II generazione. Per tutta una serie di motivi anche questo tipo di incidente è altamente improbabile in una centrale atomica di III generazione perché ci sono 4 sistemi autonomi di raffreddamento che sono separati ed è altamente improbabile che tutti e 4 possano danneggiarsi contemporaneamente.

 Però come per gli aerei, gli incidenti nucleari fanno più scalpore e sono più temuti.

Il numero dei morti da centrali nucleari nel mondo, anche prendendo le cifre più pessimistiche degli antinuclearisti convinti sono ben misera cosa a confronto con i morti causati dalla “Povertà” e dalla “Fame”.

Rendere più cara la bolletta elettrica ci porta sempre più vicini alla soglia di “Povertà”.

L’utilizzo di centrali solari che occupano 185 ettari (e di tutte quelle analoghe) di terreno inoltre tolgono sempre più terreno alle coltivazioni per il cibo.
Non fatevi ingannare da chi dice che si possono occupare foraggiere o terreni incolti. Il problema dello spazio esiste anche per quanto riguarda le abitazioni. Prima o poi se non sono le centrali elettriche ad ampio utilizzo di territorio, come le centrali solari o quelle eoliche, saranno le abitazioni e gli impianti industriali a togliere terreno coltivabile.

Questo vuol dire però che il costo degli alimenti diventa sempre più elevato. Specie se si utilizzano degli alimenti per fare energia. Un costo elevato degli alimenti si traduce in una maggiore “Fame” nel mondo.

Povertà e Fame. È esattamente per questo che si è votato dicendo no alle centrali nucleari. Che vi possa piacere oppure no. Questione di matematica. E la matematica non è un’opinione.

L’ultimo referendum è quello sul legittimo impedimento. L’unico referendum serio che valeva la pena fare.

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