L’accordo Renzi – Berlusconi prevede che vi siano liste
bloccate, premio di maggioranza e soglie di sbarramento e se non ho capito
male, vi saranno collegi proporzionali più piccoli. Inoltre è prevista la
riforma del Senato.
Il movimento di Beppe Grillo in questi mesi ci ha fatto
chiaramente capire che è favorevole alla riduzione dei parlamentari e
all’introduzione del vincolo di mandato.
Ecco, io da cittadino che crede profondamente nella
democrazia mi trovo in forte difficoltà perché a questo punto votare per
qualcuno di questi partiti o movimenti significa semplicemente votare contro la
democrazia.
Una legge elettorale come quella proposta da Renzi e
Berlusconi non esiste in nessun paese del mondo. In nessun paese del mondo (che
sia democratico) si trovano insieme, collegi piccoli, soglie di sbarramento e
premio di maggioranza.
Da quello che ho capito i collegi saranno più grandi
rispetto al sistema spagnolo ma più piccoli rispetto al vecchio “porcellum”. Se
hai i collegi piccoli a che servono le soglie di sbarramento? È assolutamente
evidente che se il collegio è piccolo, un partito anche con l’8% rischia di non
prendere nulla se ha tre partiti davanti che superano il 20%. Come fa un
partito con l’8% a prendere seggi in una circoscrizione dove al massimo si
possono prendere 6 seggi e minimo 3, con la presenza di tre partiti che hanno
oltre il 20%? Avendo fatto un po’ di statistica vi assicuro che è impossibile a
meno che non vi sia lo scorporo del partito che prende il premio di
maggioranza, nel qual caso un partito con l’8% potrebbe prendere un seggio se
la circoscrizione ha almeno 6 seggi.
Questo significa che se la somma dei tre partiti più grandi
arriva al 70%, ci sono un 30% d’italiani che rischiano di non avere neanche una
minima rappresentanza.
E qui arriviamo alla vera e propria “porcata” ai danni della
democrazia. Per quale motivo, un partito che si schiera in coalizione può
accedere ai seggi se supera il 4-5% e invece un partito che non si schiera in
coalizione deve avere almeno l’8%?
Prendiamo l’articolo 3 della costituzione, quello che dice
che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge. Ebbene, non è così. Ci
sono cittadini che se sono collaborativi verso i grandi partiti possono
accedere ai seggi parlamentari se la loro lista prende il 4-5% mentre ci sono
cittadini che, non essendo collaborativi verso i grandi partiti devono
guadagnare con la loro lista almeno l’8%.
Questa storia delle soglie differenti che già è figlio della
legge regionale della Toscana e che veniva riportata dal “porcellum” è a mio avviso
quanto di meno democratico esista.
Per i partiti più piccoli è più conveniente venire a
compromessi col grande partito piuttosto che andare da soli. La presenza del
piccolo partito è conveniente per il grande partito per accedere al premio di
maggioranza, tuttavia a un partito che è sicuro di arrivare come minimo al
secondo posto anche se va da solo e con la sicurezza che nessun partito
raggiunga la soglia per il premio di maggioranza, conviene andare da solo per
affrontare il ballottaggio dove magari ha grandi possibilità di ottenere il
premio di maggioranza.
Ma poi esiste una terza soglia, quella di coalizione che se
non ho capito male viene fissata al 12%.
Questa soglia nel quadro italiano attuale e con le altre
norme contenute in questa legge non ha alcun senso, se non cercare di impedire
a due piccoli partiti che hanno tra il 4% e il 6% di mettersi insieme. O si
mettono insieme al grande partito che di suo ha già più del 12% oppure non
prendono nulla, cosa che rafforza quel senso di ineguaglianza tra partiti
“collaborativi” e quelli “non collaborativi”.
Al piccolo partito non conviene andare con altri piccoli
partiti semplicemente perché andando col partito più grande può accedere al
premio di maggioranza pur superando il primo sbarramento al 4-5%.
Questa legge non so se è anticostituzionale, credo proprio
di sì, ma cosa peggiore è antidemocratica soprattutto se inquadrata nell’ordinamento
istituzionale italiano.
Bisogna mettersi in testa che i sistemi maggioritari vanno
bene per i sistemi presidenziali o semipresidenziali, dove però può accadere
che a un presidente di un partito si associ una maggioranza parlamentare di
partito opposto. La cosiddetta “coabitazione” non è un’imperfezione di quei
sistemi, ma anzi costituisce la massima espressione del concetto dei “pesi” e “contrappesi”.
Un sistema fintamente proporzionale che conceda premi di
maggioranza o accessi a ballottaggi ai due partiti o le due coalizioni con più
voti è nei fatti un sistema maggioritario che crea un forte squilibrio perché
in Italia, governo e parlamento non sono due cose scollegate ma il parlamento
decide il governo.
Nei sistemi maggioritari, quando si verificano le situazioni
di “coabitazione” la democrazia funziona al meglio, perché c’è bisogno di una
mediazione tra le posizioni.
Il sistema elettorale italiano invece la mediazione la vuole
evitare del tutto. Decide tutto un partito o al massimo una coalizione e la
decisione è sempre a priori del voto elettorale e mai a posteriori come invece
avviene dove c’è un sistema maggioritario e la coabitazione.
Dove il sistema istituzionale è parlamentare e non
presidenziale il sistema normalmente è proporzionale. Può essere puro o con
degli sbarramenti d’accesso o con collegi piccoli per impedire che un piccolo
partito influenzi eccessivamente un accordo di governo.
Normalmente i sistemi proporzionali sono strutturati per far
formare le maggioranze dopo il voto e non stabilirle a priori. In Germania
funziona così. E quando nessun grande partito può fare un’alleanza di governo
con i tradizionali alleati si stabilisce un programma di Grosse Koalition che è
sicuramente democratica perché prevede una mediazione.
C’è poi da notare come nei paesi dove c’è il maggioritario
le persone contano più del partito per il quale si schierano, mentre nei
sistemi proporzionali, sebbene possano emergere comunque grandi personalità,
contano molto di più le idee di fondo del partito rispetto alle persone.
Con la legge elettorale italiana, escono fuori personaggi
mediocri e idee barbariche.
Non si uscirà mai da questo pantano in cui ci siamo andati a
infilare.
Si possono votare Berlusconi e Renzi? Assolutamente no. Come
si fa a votare per qualcuno che sta ammazzando la democrazia per trasformare l’Italia
in una repubblica plebiscitaria in cui i due tizi di sopra vogliono giocare a
chi è più figo a chi dice la battutina a effetto a chi imita le cose che dice
Obama per farsi grande a chi la spara più grossa su quanto l’altro sia
inadeguato.
Mi spiace, la democrazia è principalmente equilibrio e
separazione tra i poteri. Non è un mero sistema di volto che vede coinvolto il
popolo. Se si vota senza tenere conto di equilibri e separazione tra i poteri
si commette un grave errore che è quello di violentare la democrazia e favorire
l’ascesa di uomini forti o di oligarchie.
Si può votare per il movimento di Grillo? Assolutamente no.
Un leader che vuole imporre il vincolo di mandato non è migliore di quelli che
il vincolo di mandato lo applicano con le liste bloccate. La libertà di
coscienza è una cosa sacra che nessuna imposizione di partito deve mai
scavalcare.
Non esiste democrazia senza libertà e non può esistere
democrazia laddove vi sia un vincolo di mandato.
Con il vincolo di mandato, Lincoln non avrebbe mai ottenuto
l’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti.
E preferisco centomila volte un Lincoln a un Beppe Grillo.
Il movimento di Grillo è per la riduzione del numero di
parlamentari, soluzione qualunquista che molti partiti spesso annunciano senza
farla mai. Ed è un bene che non l’abbiano mai fatta.
Io sono una persona con un cervello funzionante e quindi non
ho paura di esporre le mie idee anche quando il popolo non le comprende.
Ridurre il numero dei parlamentari significa aumentare il
costo delle elezioni politiche, poiché ci sono più persone che ambiscono a
entrare in parlamento. Questo accade anche dove ci siano le liste bloccate. Di
fatto negli Stati Uniti, dove il parlamento conta un minor numero di
rappresentanti e di senatori rispetto all’Italia e con una popolazione che è
cinque volte maggiore, il costo delle campagne elettorali è enorme.
In queste condizioni è assolutamente ovvio che le campagne
elettorali possano essere decise dalla campagna di raccolta fondi e quindi che
i parlamentari e i partiti possano diventare servi di potentati e gruppi d’affari,
quindi in generale di una ristretta cerchia di persone che hanno un reddito
particolarmente elevato.
Non mi interessano le cavolate che dice Grillo e il fatto
che si riducano lo stipendio o rinuncino ai soldi del finanziamento… quella è
tutta demagogia che non serve a far funzionare l’Italia e a risolvere la crisi
economica. Né mi interessano proposte mirabolanti e inapplicabili come il
reddito di cittadinanza che è una grande cazzata poiché l’unico modo di finanziarla
è attraverso una tassazione assurda che farebbe ancora più male all’economia. E
non è mettendo il 75% di tasse ai ricchi che risolvi, perché fanno come gli
attori in Francia, scappano. E chi è ricco si può permettere di ottenere
cittadinanza all’estero più di chi è povero. Fanno come la FIAT che mette la
sede legale in Olanda e la sede finanziaria in Inghilterra.
Chiunque vuole aumentare le tasse ai ricchi in realtà finirà
per aumentarle ai poveri.
In ogni caso, il movimento di Grillo non può essere votato
perché propone cose che minacciano la democrazia oltre a soluzioni
socio-economiche che non stanno in piedi.
Ma se nessun partito in Italia può essere votato perché
minacciano tutti la democrazia che si fa?
Niente purtroppo. La gente ha troppa voglia di lamentarsi ma
poca voglia di partecipare veramente. Questo paese non può essere cambiato se
le persone prima non prendono coscienza che stanno rischiando il futuro proprio
e dei figli andando verso una società priva di democrazia e quindi priva di
libertà. Si preoccupa troppo del qui e adesso e non ha la mente al futuro e al
benessere dei propri figli e delle generazioni future.