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domenica 2 agosto 2015

Programma politico

Se avessi il potere di cambiare le cose in Italia, questo sarebbe il mio programma politico...


1. Società aperta

Per quello che mi riguarda, tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge e hanno tutti parità di diritti indipendentemente da qualsiasi differenza di tipo fisico-somatica, di orientamento sessuale, di cultura, di credo religioso, di luogo di nascita, di estrazione sociale, di capitali posseduti.

La società si ritiene inclusiva e accogliente. Ognuno è libero di seguire i propri culti, le proprie pratiche sessuali, e/o la propria visione del mondo a meno che queste siano contrarie alla legge (esempio: pedofilia) o mirino a sconvolgere l’assetto sociale e statale non tanto come diritto di resistenza al potere ingiusto quanto a costituire un potere non democratico.

Chi nasce in Italia è cittadino italiano, indipendentemente dalla provenienza dei genitori.

Il matrimonio civile è esteso sia nei diritti che nei doveri anche alle coppie dello stesso sesso, così come la possibilità di adottare bambini. Qualsiasi diritto di cui godono le coppie eterosessuali è concesso anche alle coppie omosessuali.

2. Giustizia

Ripristino delle giurie. Separazione carriere tra i giudici e i procuratori che saranno avvocati dell’accusa. La prescrizione si sospende al momento dell’inizio del processo di primo grado e non avanza finché i gradi di giudizio non sono finiti. Se un imputato inizia il processo 1 giorno prima dell’entrata in vigore della prescrizione, non importa quanto tempo ci vorrà per fare tutti i gradi di giudizio, la prescrizione è sospesa.

Diritti dell’imputato: è innocente fino a sentenza definitiva. Può ricorrere in appello e in cassazione. Ha diritto entro 7 giorni dall’arresto a udienza preliminare per stabilire se può essere rilasciato perché le prove non sono sufficienti o contraddittorie, oppure essere processato (poiché l’imputato non subisce ancora un processo, potrà sempre essere accusato in seguito per il reato in questione). Il giudice stabilisce se può essere rilasciato su cauzione e fissa l’ammontare della medesima. Ha diritto all’inizio del processo entro 75 giorni dal suo arresto. L’intervallo tra un’udienza e la successiva del processo non può andare oltre i sette giorni, compresi i festivi. Qualora venga assolto in qualsiasi grado di giudizio non può essere più imputato dello stesso reato anche qualora dovessero emergere nuove prove (compito dell’accusa è di trovare le prove prima di arrestare una persona e di andare a processo).
Qualora la cassazione dovesse annullare i processi a carico di una persona, qualora il reato preveda prescrizione e questa interviene prima della data del nuovo processo, il reato è prescritto e l’imputato non è processabile (di fatto dovendosi iniziare di nuovo il processo, la prescrizione si deve sospendere alla data d’inizio del nuovo processo e se questo arriva dopo la scadenza per la prescrizione, il processo è prescritto). L’imputato può patteggiare con l’accusa ammettendo la propria colpevolezza. Il patteggiamento ha valore di sentenza definitiva e non può essere annullato salvo che l’imputato dimostri di essere stato raggirato dal proprio legale che ha preferito patteggiare piuttosto che difendere l’imputato.

Certezza della pena. Una persona può essere condannata anche a sole 2 ore di carcere e deve scontarle. Se le pene sono superiori al giorno e inferiori all’anno il giudice può valutare se concedere arresti domiciliari qualora i carceri siano al completo, oppure commutare la pena in 8 ore di lavori sociali per il doppio dei giorni previsti di carcere. Pene maggiori per recidiva: se una persona viene condannato due volte, la seconda volta prenderà il massimo della pena; se una persona viene condannato tre volte e una delle tre volte per un reato con pena minima superiore ai 3 anni, oltre a prendere il massimo della pena per il reato in oggetto sconterà ulteriori 4 anni per recidiva; se una persona viene condannata per più di 3 volte e uno dei reati prevede pena minima superiore ai 3 anni, l’imputato dovrà scontare anche 20 anni per recidiva. Queste misure possono ovviamente essere modificate in caso di patteggiamento.

Un imputato può ricorrere in appello. Tuttavia se l’appello conferma la condanna, questa verrà aumentata di un quarto solo per aver fatto perdere tempo alla giustizia. Nel caso della cassazione anche se il ricorso è per vizi di forma o violazione dei diritti dell’imputato, la pena viene aumentata di un’ulteriore quinto qualora la cassazione non dovesse trovare vizi di procedura e violazioni dei diritti dell’imputato nei processi sostenuti.

In qualsiasi momento dovessero emergere prove che dimostrano l’innocenza dell’imputato, questi può far ricorso in cassazione che viste le nuove prove può decidere per l’assoluzione dell’imputato. Qualora le nuove prove non fossero considerate sufficienti a dimostrare l’innocenza dell’imputato, non si applica alcuna penalità per il ricorso in cassazione.

3. Antiproibizionismo

Proibire non funziona, anzi produce danni maggiori perché consente alle attività criminali di gestire il traffico del proibito senza alcuna regolamentazione e di fatto impedendo anche un’attività educativa. La vendita di prodotti legati al tabacco e all’alcool non sono proibiti e tuttavia è stato possibile introdurre proprio per questo tutta una serie di regolamentazioni che ne scoraggino il consumo o che quanto meno il consumo diventi consapevole, così che i fumatori e i consumatori di alcolici facciano più controlli alla loro salute.

Personalmente sono per la regolamentazione di ogni attività che può essere gestita dalla criminalità, dalla prostituzione, al gioco d’azzardo, alla droga, alla vendita e il possesso di armi, eccetera.

Se qualcuno si scandalizza per questa mia posizione o ritenga folle regolamentare per esempio la vendita delle armi, me ne farò una ragione, ma penso che togliere alla gestione della criminalità un business di fatto migliora la qualità generale della società poiché togliendo “affari” alla criminalità, diminuendo le entrate, il gioco per loro non vale più la candela. Se un pusher si può permettere di rischiare la galera per qualche anno invece di trovarsi un lavoro onesto è perché in 10 minuti guadagna quanto un lavoratore onesto guadagna in un anno. Si fa due calcoli e pensa che rischiare 4-5 anni di galera magari con gli sconti di pena per lui non è un problema.

Per quanto riguarda la vendita delle armi, credetemi, chi ci governa non è preoccupato che con la vendita delle armi possano aumentare i delitti a queste associate. È preoccupato che il popolo possa usare le armi per rivoltarsi contro il potere. Il diritto di resistenza è implicito nella sovranità del popolo. Poiché il popolo è sovrano, un potere legale che però diventa dispotico è da considerarsi contrario alla sovranità popolare, che ha quindi la piena libertà di ribellarsi. Laddove la vendita di armi non è concessa o vi sono pesanti obbligazioni per l’acquisto di fatto i governi sono più autoritari.

4. Privacy e difesa dello stato

Personalmente penso che le persone abbiano il diritto di non essere schedate, di non dover girare in strada con un documento d’identità che un rappresentante dello stato ci può chiedere per accertarsi di chi siamo. Non fraintendetemi, è giusto che per guidare un’auto serva la patente e che in caso di infrazione il vigile o il poliziotto abbia il diritto di sapere se siamo abilitati alla guida. Tuttavia non vedo alcuna necessità di controllare l’identità dei cittadini. Forse vi sembrerà strano ma negli Stati Uniti non esiste la carta d’identità e lo stesso vale per il Regno Unito e in generale per quasi tutti i paesi con la common law.

Perché un funzionario dello stato deve sapere se sono coniugato o meno, che lavoro faccio, eccetera?
Tutta la nostra burocrazia funziona esclusivamente sul controllare chi siamo, cosa facciamo, dove viviamo, se siamo o meno sposati… ora secondo voi queste informazioni possono in qualche modo aiutare le forze dell’ordine a difendere i cittadini da attacchi terroristici?
In che modo per esempio sapere che siamo celibi o sposati potrebbe aiutare le forze dell’ordine? In che modo sapere di che colore sono i nostri occhi può aiutare le forze dell’ordine (che poi magari sul documento c’è scritto “castani” ma i miei occhi variano a secondo della stagione e di come mi sento dal marrone al verde chiaro e normalmente sono una via di mezzo tra le due cose…)?

Pensateci bene e vi accorgerete che spesso i documenti ci sono richiesti perché la legge ci proibisce di fare determinate cose a certe età e spesso queste proibizioni sono ridicole. Negli USA si può guidare un’auto a 16 anni, si può votare a 18, ma non si possono bere alcolici o giocare in un casinò se non si hanno 21 anni. Se uno è in grado di votare allora può benissimo giocare d’azzardo.

Capisco che in un mondo che tende a condividere tutto (di fatto diventando una preda per le pubblicità mirate, ma anche per truffatori di vario genere), preoccuparsi per la propria privacy e per il proprio diritto di celare la propria identità, sia quasi considerato fuori moda come un vestito da cavernicolo, tuttavia ritengo che la privacy sia così importante che è giusto proteggerla e mostrarsi per come si è realmente solo a quelle persone che si sono meritate la nostra fiducia.

Oggi si parla di una sorta di banca del DNA con i dati di miliardi di persone. Teoricamente questo dovrebbe servire a prendere immediatamente un responsabile di stupro o di altro delitto in cui si trova del DNA, tuttavia, nulla esclude che uno stato possa usare il tuo DNA per costruire falsi delitti al solo scopo di eliminare un oppositore al potere.

Così come è un errore più grave condannare un innocente piuttosto che scagionare un colpevole, secondo me è più grave schedare un cittadino onesto che lasciarsi scappare un criminale.

5. Regolamentazione e redistribuzione

Che il sistema capitalistico sia più efficiente di molti altri sistemi è vero, tuttavia il sistema capitalistico è imperfetto poiché arriva a produrre fenomeni non del tutto desiderabili come i monopoli. Teoricamente il monopolio si genera quando una società riesce a vendere il proprio prodotto o i propri servizi a un prezzo così basso che se lo applicasse la concorrenza, ci rimetterebbe. Quindi teoricamente il cittadino paga il prodotto o il servizio al prezzo più basso possibile, quindi dovrebbe essere per lui una condizione favorevole. Invece non lo è perché la possibilità di scelta è limitata e gli altri competitori si ritirano da questo mercato producendo magari roba di alta qualità ma di nicchia, ovvero solo per chi se lo può permettere. Nel momento in cui si genera un monopolio, sia il produttore che il consumatore hanno dei problemi. Il produttore non può fare analisi comparate sul suo prodotto, perché è l’unico del mercato a quella fascia di prezzo. Il consumatore non ha libertà di scelta se non quella di acquistare quel prodotto o al limite un prodotto differente ma sostitutivo. Immaginiamo il monopolio delle mele. O il consumatore mangia mele della stessa marca oppure decide magari di comprare delle pere.

Il mercato può essere di tre tipi: anarchico, regolamentato, bloccato. In un mercato anarchico di fatto vige la legge della giungla. In questo tipo di mercato è probabile che si arrivi al monopolio naturale per ogni tipo di prodotto o servizio. Il mercato bloccato è un mercato dove c’è un’eccessiva regolamentazione che spesso serve a fotografare lo status quo. In pratica il mercato bloccato è un mercato che generalmente ha pochi monopoli naturali ma spesso ha degli oligopoli che spesso fanno tra loro cartello per tenere gli altri competitori ai margini. Questa situazione ovviamente si sposa bene con un sistema politico “bloccato” che tende a diventare oligarchico. L’eccessiva regolamentazione, spesso di tipo fiscale favorisce le grosse imprese ai danni delle medie e delle piccole poiché l’incidenza fiscale per quest’ultime è maggiore in relazione al volume di affari.

Un mercato regolamentato dovrebbe essere un mercato equilibrato in cui è difficile il formarsi di monopoli naturali e in cui è difficile anche il formarsi di oligopoli. Si tratta di un mercato più regolamentato di quello anarchico e molto meno di quello bloccato.

Ovviamente bisogna anche riparare i danni che un sistema “bloccato” ha fatto al mercato, con uno sbilanciamento eccessivo della finanza rispetto alla produzione economica e rimettere la seconda al centro del mercato. Il sistema dei derivati, va completamente rivisto.

E in questa ottica bisogna anche ricorrere a un programma di redistribuzione perché non è umanamente accettabile che un manager guadagni centinaia se non migliaia di volte di più di un operaio della sua azienda. Le maggiori responsabilità e conoscenze giustificano al massimo una differenza dell’ordine di decine di volte ma più vicino a dieci che non a cento volte il salario di un operaio. E bisogna rivedere anche il sistema delle stock option poiché il mercato di solito fa crescere il prezzo delle azioni quando un’azienda ristruttura, attraverso dei licenziamenti. Pertanto il manager non guadagna perché l’azienda produce di più ma perché l’azienda fa finanza invece che produrre, licenziando lavoratori in cambio di azioni che valgono di più.

Questo è un problema degli stati e non solo delle singole aziende, poiché i lavoratori licenziati vanno a incrementare il numero dei sussidi di disoccupazione o delle mobilità o altre forme di ammortizzatori sociali. Stabilire che quando un’azienda ristruttura non può distribuire stock option e stabilire che, se si arriva a licenziamenti collettivi, anche il manager deve guadagnare meno, con una decurtazione pari in percentuale del suo salario al numero di licenziati sulla forza lavoro complessiva, sono secondo me un efficace metodo per impedire che l’azienda faccia trucchi finanziari invece che produzione. Per le aziende straniere che producono in Italia o per quelle con sede fiscale e legale all’estero, in caso di distribuzione di stock option in fase di ristrutturazione e licenziamenti di operai italiani e in caso di aumenti salariali per i manager si obbliga l’azienda a prendersi il carico degli assegni di mobilità e disoccupazione dei lavoratori licenziati, per 10 anni. Se questo va contro le normative europee, possiamo anche fare a meno di stare in Europa… la democrazia è più importante della finanza.