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lunedì 28 febbraio 2011

Crisi africana e oligarchia occidentale

In questo video cerco di spiegare il perché del silenzio occidentale sulla crisi nel nord Africa.

sabato 26 febbraio 2011

Crisi in Africa.

Ho fatto un nuovo video a braccio, ho modificato l'angolo di ripresa. Mi è venuto un po' sfocato... vabbè...

giovedì 24 febbraio 2011

In memoria di Stefy.

24 febbraio 2001.


Dieci anni fa. Era un sabato.
Quel giorno morì in un incidente stradale.

Il tuo ricordo rimane sempre qui nel mio cuore.

sabato 19 febbraio 2011

Idiosincrasia da Social Network

Ok, vado un po' OT (off topic) rispetto alle questioni politiche ma fino a un certo punto.

Ogni tanto qualcuno mi propone (o ripropone) di iscrivermi a un social network, in particolare Facebook, perché lo ritiene uno strumento utilissimo.

La verità è che provo una fortissima avversione per tutti i social network. Non lo dico per fare lo snob che non vuole mischiarsi alla massa.

La verità è che non ne condivido i veri scopi. Il vero scopo di un qualsiasi social network è quello di indagare sui tuoi gusti e inviarti la pubblicità relativa alle cose che ti piacciono.

Questo a dire il vero lo fanno anche le comuni caselle postali quando si accede da internet. Infatti spesso aprendo la posta tiscali mi vedo in una colonna a lato titoli di libri del cui argomento nei giorni precedenti avevo fatto delle ricerche. Dannati COOKIES...

Del resto, i social network non campano d'aria... ci si iscrive gratis, quindi i soldi da qualche parte li devono prendere. Si chiama pubblicità mirata.

Il secondo problema dei social network è che, a mio parere, in fase d'iscrizione dovrebbero creare dei profili completamente bloccati a tutto il mondo, per questioni di privacy. Invece per questioni pubblicitarie il profilo appena creato è apertissimo ed è l'utente che deve andare a mettere mano nelle impostazioni per bloccare tutto.

La cosa è molto sconveniente. Io per esempio trovo assurdo che qualcuno, anche un mio carissimo amico, possa vedere la lista completa delle mie amicizie. E se io non volessi far sapere al mio carissimo amico con chi sono in contatto? E se due miei carissimi amici invece si odiassero tra di loro e ognuno di loro mi tirasse per la giacchetta rompendomi le scatole?

E poi c'è il problema delle caselle di posta intasate da tutti i messaggi che uno riceve sul social network... ma per quale dannato motivo nelle impostazioni di base mettono questa regola?
Io già perdo ogni giorno diverso tempo a eliminare i messaggi di spam che superano il filtro... mettermi a eliminare tutti i messaggi del social network proprio non mi va...

L'ultima considerazione riguarda il fatto che la maggior parte della gente si comporta sui social network allo stesso modo che nella vita normale. Chi non ha niente da dire di interessante, non è che improvvisamente si mette a usare il social network per dire cose interessanti. La maggior parte delle discussioni di un social network, sono spazzattura pura.

Se uno perdesse tempo a leggersi tutte le battute, le barzellette, le spiritosaggini, le amenità varie che la gente scrive su questi social network, a parte il fatto che non potrebbe fare altro, sarebbe come assistere a un reality show. Ecco, leggere un social network assomiglia moltissimo a guardare il grande fratello.

Ora sono ben conscio delle potenzialità che hanno i social network nel diffondere e veicolare idee e che lo strumento potrebbe essermi molto utile, ma il mio livello di idiosincrasia nei confronti di questo strumento è troppo alto. Per dirla alla romana... gnaaa posso fa... in quelle rare occasioni in cui sono stato tentato hanno iniziato a tremarmi le palpebre...

giovedì 10 febbraio 2011

Verso una società migliore



Fino al 1989, quando cadde il muro di Berlino, la politica veniva fatta sulla contrapposizione tra due visioni per certi versi antitetiche della società. Da una parte le democrazie liberali e l’economia di mercato, dall’altra parte il comunismo.

Dopo il 1991, all’indomani della fine dell’Unione Sovietica, questa contrapposizione divenne per certi versi sotterranea. Mentre nelle ex repubbliche dell’est, l’uscita dal comunismo veniva vista come la fine di un incubo, in occidente, i movimenti che si rifacevano a quei principi, non si rassegnarono mai del tutto alla fine di quello che per loro era un sogno.

Dopo aver passato una vita intera a criticare il modello capitalista e la società liberale, era sicuramente molto difficile accettare che per quanto pessimo fosse il modello liberale fosse la migliore delle società possibili.

Molti di loro accettarono le idee socialdemocratiche, che prima erano viste come un compromesso inaccettabile con il capitalismo, altri invece puntarono ai movimenti ecologisti e sfruttarono questi movimenti non tanto per portare avanti veramente delle politiche ecologiste, quanto usare le questioni ecologiste come pretesto per minare il sistema di produzione capitalistico.

Noi dovremmo sapere prima di tutto da cosa si genera la divisione tra società liberale e società socialista.

Da una parte si sostiene che l’unico modo di realizzare il benessere individuale è attraverso la società liberale ovvero una società con uno stato minimo e il libero mercato. In questa società, la teoria della mano invisibile farà sì che gli uomini nel perseguire i loro scopi del tutto individuali siano costretti comunque a perseguire il benessere di tutti. L’esempio tipico è quello del commerciante che vuole fare il massimo profitto e quindi pensa che più alza il prezzo e più guadagna, ma in realtà si accorge che superando il prezzo di equilibrio la merce si accumula sugli scaffali e non viene venduta, quindi è comunque costretto ad abbassare il prezzo al livello di equilibrio facendo quindi il benessere della collettività.

Dall’altra parte si sostiene che l’unico modo di realizzare una società veramente paritaria in cui esiste veramente una giustizia sociale è quella di avere uno stato che sia in grado di controllare tutte le attività produttive e costruire quindi una società di produttori in cui non esiste lo sfruttamento e a ognuno viene dato secondo quanto è giusto.

La socialdemocrazia si pone in una posizione intermedia tra le due visioni e sostiene che c’è bisogno di uno stato pesante che possa riequilibrare il mercato e fare da ammortizzatore sociale garantendo a tutti i cittadini i servizi essenziali.

La realtà è che non è scritto da nessuna parte che la giustizia sociale sia realizzabile solo attraverso uno stato pesante o totalitario. E qui sta la mia idea.

La mia idea di società garantisce sia la giustizia sociale e sia lo stato minimo. Garantisce sia il libero mercato e sia un vasto sistema di servizi statali per i cittadini.

La contrapposizione tra le diverse visioni nasce dalla incapacità delle parti di trovare la sintesi migliore.

Non voglio sembrare immodesto nell’affermare che sono riuscito a trovare quella sintesi che nessuno fino a oggi sembra aver trovato, ma io ritengo che sia proprio così.
Nel realizzare questa sintesi ho tenuto conto anche dei meccanismi che hanno permesso a società complesse di perdurare a lungo nel tempo.

Tutto questo nasce fondamentalmente da due principi. Il principio del minimizzare i costi sociali e il principio del livello di complessità crescente.

Dovrei fare diversi video per spiegare pienamente entrambi i principi e pertanto mi limiterò a fare una sintesi parziale e impreciso di entrambi.

Il principio dei costi sociali minimi mi dice che tra due o più scelte politiche devo preferire quella che minimizza i costi sia in termini economici che di libertà individuale.

Il principio del livello di complessità crescente mi dice che a società di piccole dimensioni sia a livello di territorio che di numero di abitanti corrispondono società semplici, mentre a società di grandi dimensioni, sia come territorio che per numero di abitanti necessariamente corrispondo società più complesse. Inoltre se si costruisce una società a più livelli la complessità della società deve aumentare a ogni livello aggiuntivo.

Tra i due principi il secondo è certamente il più difficile da spiegare in poche parole, ma sono questi due principi che mi hanno permesso di costruire una società veramente democratica e in grado di garantire sia la libertà individuale che la giustizia sociale.

Sono questi due principi che mi permettono di avere una società che abbia uno stato minimo e che contemporaneamente garantisca molti più diritti, servizi e poteri a ogni cittadino in qualsiasi territorio.

La mia in pratica è una nuova ideologia. Un’ideologia del 21° secolo, basata sulla ragione piuttosto che sulla pancia.
Io vi offro una nuova prospettiva, una nuova visione del mondo.

Io mi fido della vostra intelligenza. Altrimenti non sarei qui a parlare con voi. Io ho bisogno di persone intelligenti. Di persone che sono disposte a mettere in dubbio le loro più profonde convinzioni e che siano disposte a vedere il mondo da una prospettiva diversa.

Perché noi il mondo lo possiamo cambiare, ma insieme. Io ho un’idea e non voglio imporla al mondo come hanno tentato di fare molte ideologie. Io sono convinto di trovare tante persone intelligenti che l’apprezzeranno e magari la diffonderanno e spero veramente che ce ne siano altre che troveranno idee ancora migliori e le diffonderanno a loro volta. Io mi limito a far suonare il diapason in modo che poi insieme a voi possiamo intonare un coro di libertà, democrazia e benessere sociale per tutti.

lunedì 7 febbraio 2011

Vincere il male assoluto.

Sono ancora in fase di prove video. Questa volta ho usato alcuni consigli di Walter e ho buttato giù una bozza delle cose da dire, usando una sorta di gobbo da un sito. Il problema è che non vedendo la mia immagine non riesco a leggere guardando nella camera perciò questo si nota. Fa niente, si prova... ^____^

Ho deciso di riportare sotto il video anche il testo di quello che ho detto.



Riprendo la tematica del cittadino critico, per via di un commento che ho ricevuto a seguito dei video precedenti.
Il tema è uno dei più classici. Di fronte alla scelta tra salvare la democrazia oppure far arrivare al potere un rappresentante del male assoluto, dovremmo ancora perdere tempo a cercare la persona, il partito o la coalizione migliori, oppure conviene turarci il naso e votare per chi può vincere contro questo male assoluto?
Questo argomento nel 99% dei casi serve solo a giustificare il proprio voto da tifosi. Io devo votare così perché non voglio mandare al potere quella persona, quel partito o quello schieramento che per me sono il male assoluto.
La soggettività di questa dichiarazione fa sì che qualsiasi schieramento possa indicare nel suo diretto concorrente una manifestazione del male assoluto.
Ora è chiaro che nel restante 1% dei casi la cosa migliore da fare è appunto salvare la democrazia e schierarsi contro il male assoluto, ma è chiaro che servono dei dati oggettivi che indicano, al di là di ogni ragionevole dubbio, che ci troviamo di fronte a un pericolo da combattere a tutti i costi.
Lo dico subito a scanso di equivoci. In Italia tutti i partiti maggiori sono stati al governo in questi 17 anni, alternandosi tra loro. Questo smonta già in partenza qualsiasi deriva dittatoriale e di conseguenza qualsiasi ipotesi di esistenza di un male assoluto.
Di conseguenza in Italia qualsiasi dichiarazione di voto contro il male assoluto deve inquadrarsi come giustificazione del proprio voto da tifoso.
Ovviamente la debolezza di questa affermazione sta nel fatto che non sempre quello che non si è mai verificato fino a oggi non si verificherà neanche in futuro, ma ovviamente le probabilità che questo accada sono piuttosto basse.
Tuttavia volevo sottolineare il fatto che è proprio il cittadino che vota con spirito da tifoso, quindi schierandosi apertamente, a favore di qualcuno o contro qualcuno, che getta le basi per l’ascesa di uomini, partiti e schieramenti che contengono al loro interno il seme del male assoluto.
Infatti quando salgono i toni dello scontro politico e le opposte fazioni si incattiviscono le une contro le altre, accade che si perde la ragione e si usano mezzi sempre più estremi all’interno dello scontro. Questo porta alla nascita di leader e di movimenti politici che tendono a caricare ancora di più gli animi con idee sempre più estreme e che vengono accettate passivamente perché giustificate dal contesto.
Alla fine senza nemmeno accorgersene, quando una delle parti prevarrà ci troveremo tutti sotto un nuovo dittatore che i tifosi, ormai con la ragione offuscata dall’esaltazione, osanneranno come il nuovo salvatore della patria.
Analizzando questi fatti appare chiaro che il metodo migliore per evitare di trovarsi in una situazione di questo genere consiste nel fare in modo che non si prenda questo circolo vizioso degli uni contro gli altri armati.
Ancora una volta, l’atteggiamento del cittadino critico di fronte alla questione è vincente rispetto a quello del cittadino tifoso.
Il cittadino critico, andando a selezionare le persone migliori, i partiti migliori o gli schieramenti migliori che hanno le idee migliori, non fa che elevare i contenuti della dialettica politica, mentre il cittadino tifoso li peggiora notevolmente.
Allora io vi invito a riflettere nuovamente su quanto sia inutile ma soprattutto deleterio l’atteggiamento da tifoso. Diventando tifosi non fate altro che diventare delle pedine manovrabili, perdete il vostro potere contrattuale e rischiate di far precipitare la dialettica politica in un circolo vizioso dove alla fine ci si trova tutti sotto un dittatore.
Il modo migliore di battere il male assoluto è quello di non alimentarlo attraverso la dura contrapposizione, ma contrastarlo attraverso la scelta di ottime idee e di ottimi candidati. Infatti più sale il livello ideologico e razionale della politica e maggiore è il beneficio per tutti.
Vi invito a riflettere su una questione semplice. Le dittature e gli imperi del male, per funzionare hanno bisogno di imporre alle persone delle regole che, se si fosse in democrazia, molto probabilmente verrebbero abolite con un referendum. Allora come fanno le dittature ad avere intorno a loro, almeno nelle fasi iniziali un enorme consenso popolare?
La realtà è che dittature e imperi del male hanno il consenso, perché i cittadini arrivano a livelli di esasperazione tali da accettare qualsiasi cosa che possa rappresentare la speranza di un futuro migliore rispetto a quello che vedono intorno a loro.
Se invece di far avanzare politicamente quelle persone, quei movimenti, quei partiti che hanno le idee migliori e costruttive, ma si continua a dare il voto a chi lo scontro lo alimenta perché non ha idee e quindi deve distrarre il popolo continuamente, si finisce inevitabilmente in questo circolo vizioso.
Diventare cittadini critici, disposti a votare solo le persone migliori sulla base delle loro idee riguardo la visione della società è la nostra unica salvezza di fronte a quello che vediamo tutti i giorni davanti ai nostri occhi quando ci colleghiamo a internet, quando leggiamo i giornali e quando guardiamo la televisione.
Perché il miglior modo di difendere la democrazia è quello di rafforzarla con l’ingresso nel dibattito politico di nuove idee che costringono tutti i movimenti politici a preoccuparsi maggiormente dei bisogni del popolo.
In una nazione come l’Italia, dove il numero dei tifosi è notevolmente superiore a quello dei cittadini critici, il ricambio politico è totalmente assente, perché essendoci una pressoché nulla variabilità all’interno del corpo elettorale, i cittadini continueranno a votare le stesse persone, gli stessi partiti e le stesse coalizioni, qualsiasi cosa accada.
Non si può pretendere che un tifoso della Roma passi dall’altra parte e tifi per la Lazio perché un tifoso è un tifoso, rimarrà sempre tale. Allo stesso modo, gli elettori tifosi di centrodestra e centrosinistra, ma anche quelli di centro, resteranno sempre tifosi e quindi continueranno a votare per i loro schieramenti qualsiasi cosa accada.
Per uscire dalla palude occorre che siano i cittadini a cambiare atteggiamento, non i partiti politici. Se non cambia la mentalità del popolo, se i cittadini non riescono a vedere che questi partiti ormai non rappresentano altro che se stessi e non il popolo, siamo condannati o a rimanere nella palude o a finire sotto una nuova dittatura o un nuovo impero del male.
Noi possiamo porre fine a tutto ciò, ma dobbiamo cambiare. Dobbiamo rinunciare a tifare e dobbiamo trasformarci tutti in cittadini critici pronti a far avanzare nuove idee, nuove persone e nuovi movimenti, perché solo così potremmo salvare la democrazia e migliorare il dibattito politico.

venerdì 4 febbraio 2011

Votiamo i migliori...

Finisce con questo video la tematica del cittadino critico. Spero veramente di farvi ragionare su quanto sia dannosa in politica l'ottica dell'elettore tifoso.

Perché è importante essere critici...

Anche questa volta pubblico un video che per certi versi continua la tematica affrontata nel post precedente.
Anche stavolta sono andato a braccio. ^____^


martedì 1 febbraio 2011

Dividi et Impera...

Ho deciso di realizzare un video in modo tale da poter dire molte più cose di quante ne avrei potute dire attraverso un testo.
Sono andato a braccio senza prepararmi un discorso prima e quindi perdonatemi se a volte la forma (dell'italiano...) non è stata del tutto corretta... ^____^