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giovedì 27 gennaio 2011

Algeria, Tunisia, Albania, Egitto, Libano, Yemen...

Le rivolte si allargano sempre di più, specialmente in quei paesi dove la popolazione è più povera.

Questo non è solo l'effetto della crisi economica mondiale. Questo è l'effetto della produzione dei cosiddetti biocombustibili, che fanno aumentare il prezzo del cibo nel mondo.

Qualcuno da lustri ci sta bombardando di allarmismo riguardo al clima. È in atto un global warming, lo sappiamo, lo vediamo tutti i giorni. Non ne conosciamo le esatte cause, ma qualcuno ha deciso da lustri che è colpa dell'uomo (con scopi niente affatto ecologici...) e sta martellando contro la produzione di CO2 nel mondo.

Benissimo, ecco le conseguenze. Cerchiamo fonti alternative che tolgono il cibo alle persone. ROBA DA DEMENTI.

Con la guerra del pane, iniziata in Algeria, ovviamente sta crescendo la voglia di libertà e non c'è dubbio che con il disagio economico si sta diffondendo il desdiderio di cambiare e di uscire dall'oppressione.

Non dobbiamo sottovalutarla questa protesta che si spande a macchia d'olio, perché prima o poi verrà a bussare anche ai grandi paesi dell'Europa.

Quando finalmente molte persone si accorgeranno che tentare di abbattere il sistema economico capitalista porta principalmente come conseguenza, la fame dei poveri, forse la gente sarà più disposta ad ascoltare la voce di quelli che hanno delle ricette per modificare profondamente l'economia, senza distruggere nulla.

La mia ricetta prevede anche il cambiamento politico strutturale dello stato.

1) Dal punto di vista economico sarebbe meglio se lo stato lo si valutasse su base europea, quindi come unione europea. Dobbiamo abbandonare gli stati nazionali.

2) Dobbiamo basare il nuovo stato europeo sulle assemblee popolari e non sui partiti politici.

3) Dobbiamo attuare delle politiche di redistribuzione e incentivazione fiscale basate sul merito "sociale".

4) Dobbiamo dotare l'Europa di moneta elettronica e far sparire la moneta metallica e cartacea dalla circolazione in modo da massimizzare il flusso di denaro.

5) A questo punto la banca centrale smette di erogare nuovo credito e lascia costante la base monetaria.

6) Si introduce un parametro variabile da me chiamato Ora Lavorativa Minima (OLM), che stabilisce il minimo salariale.

7) Tutte le quotazioni della borsa saranno a quel punto valutate in OLM, così come tutti i salari.

8) Attraverso l'uso dell'OLM e con la base economica a questo punto fissa, si può creare uno shock economico sul lato dell'offerta che fa aumentare il numero dei lavoratori e abbassare i prezzi quando c'è inflazione e si crea uno shock economico sul lato della domanda che fa aumentare i salari e i prezzi quando c'è deflazione. In questo modo si stabilizza l'economia verso la piena occupazione e la massima produttività.

9) Si mette in comune il 20% del reddito nazionale e lo si divide con qualsiasi paese straniero che decide di modificare il proprio ordinamento statale e passare al nuovo modello basato sulle assemblee popolari. In questo modo i paesi poveri vedono aumentare il loro reddito con un sacrificio modesto da parte dell'Europa.

10) Più reddito dispongono i paesi poveri e più possono costruire infrastrutture e sviluppare la loro economia. Morale della favola, applichiamo il modello e la fame nel mondo ce la scordiamo, così come l'immigrazione forzata dalla povertà.

Tutto questo senza grossi sacrifici economici, attraverso un processo graduale che ci porterà in pochi decenni a cambiare il volto politico ed economico di questo pianeta.
Tutto questo non è un sogno, è realizzabile.

sabato 22 gennaio 2011

Se questa è la politica...

Lo dirò chiaramente, dei festini di Berlusconi non me ne frega niente, nel senso che tolte le possibili ipotesi di reato, se uno in casa sua fa i festini orgiastici a me non importa alcunché.

La doppia moralità la lascio agli altri. Per me tutto ciò che non è vietato dalla legge è morale e legittimo.
Se uno vuol fare un festino con venti prostitute (maggiorenni, si intende...) e come si dice a Roma "Je regge la pompa", buon per lui. La legge non glielo impedisce.

A me francamente interessa di più misurare o meno la democraticità dello stato e risolvere i problemi quotidiani della gente.

Se gli italiani ritengono che Berlusconi ha perso tempo dietro le mignotte invece di risolvere i problemi dei cittadini, allora dovrebbero punirlo alle prossime elezioni. Così dovrebbe funzionare la democrazia.

La cosa più grave della vicenda Berlusconi, tolti i reati, non sono i festini, ma il fatto che facesse entrare a casa sua persone senza alcun controllo.
Uno dei principi base delle organizzazioni spionistiche è quello di sfruttare i punti deboli della possibile vittima.
Io sono sicuro che tra le "tante" ragazze che si agiravano per la villa del premier ci fossero anche delle spie internazionali, perché è nella logica delle cose, non perché ne abbia le prove.

Ma voi ve lo immaginate Obama che affida il suo servizio di sicurezza e la sua "lista ospiti" a Lele Mora permettendo a chiunque di entrare?
Dovete sapere che una coppia di persone normali è effettivamente riuscita a varcare la soglia della Casa Bianca ed è arrivata a stringere perfino la mano al presidente.
Negli Stati Uniti è scoppiato il putiferio per questo episodio e il presidente ha cambiato i responsabili alla sua sicurezza.

Invece in Italia ci concentriamo sulle puttane, sulla libidine del premier e ci dimentichiamo che il presidente del consiglio è un'istituzione e non può permettere a chiunque di entrare nelle sue ville senza controlli.

Le critiche al presidente che fa "bunga bunga" sono oggettivamente ridicole e puzzano di moralismo bigotto.
Le critiche al presidente che trascura ampiamente la sua sicurezza e la sicurezza dell'Italia stessa invece sono del tutto legittime e giuste.

Io non lo so se Berlusconi nelle sue ville si porta dietro dei "segreti di stato". Io non lo so se nei suoi computer di casa ci possono essere segreti, ma immagino che ci siano comunque informazioni utili a qualsiasi spia.
Una di queste ragazze che entrasse a casa sua e addirittura rimanesse a "dormire" lì, potrebbe benissimo copiarsi tutti gli HD che trova, ricavando moltissime informazioni utili.

Gli esponenti del centrodestra fanno quadrato intorno al premier difendendo il presidente sul fronte giudiziario perché è evidente che la parte più debole di tutta la vicenda sono proprio le accuse di reato che sono difficilmente dimostrabili.
Sulla sicurezza del premier e dello stato nessuno ovviamente parla anche perché perfino all'opposizione interessa di più la questione "pruriginosa" della vicenda.
Non parliamo poi dei giornali. Del resto in un paese dove ci sono 38 o più riviste di gossip nelle nostre edicole è normale che la libidine faccia vendere di più copie della sicurezza dello stato.

Questa è una mia opinione, ma secondo me una nazione che dà più peso a ciò che accade sopra e sotto le lenzuola rispetto ai problemi di sicurezza è una nazione che ha dei seri problemi.
Dovremmo tutti farci un esame di coscienza, smettere di leggere gossip e usare meglio la nostra intelligenza.
Obiettivamente, dare peso a problemi di gossip vuol dire sprecare l'intelligenza.

In questa situazione l'opposizione cosa fa? Quelli del terzo polo o polo della nazione, insomma Casini & Co, giustamente si defilano. Se prima c'erano possibilità di allargamento della maggioranza seppur con appoggio esterno, ora non ci sono più.
Per il polo della nazione quindi, se non si può fare un governo senza Berlusconi, meglio le elezioni.
Sostenere Berlusconi anche con un appoggio esterno sarebbe allo stato attuale delle cose inopportuno.

Ma l'apoteosi del ridicolo qual è? Bersani che chiede 10 milioni di firme per far dimettere Berlusconi da presidente del consiglio.

Caro Bersani, che senso ha chiedere 10 milioni di firme per far dimettere Berlusconi? Ma ti rendi conto di essere RIDICOLO? Piuttosto CHIEDI LE ELEZIONI e vatteli a conquistare 10 MILIONI DI VOTI...
Me lo spieghi a che servono 10 milioni di firme? A permetterti di fare i giochi di palazzo senza chiedere le elezioni?

È questa la politica in cui credete, cari concittadini?
Sono questi i vostri punti di riferimento?

A questi politici dei vostri problemi, della crisi economica, della disoccupazione, dell'inflazione, dei servizi che dovrebbero erogare come stato, non interessa alcunché.
Questi si muovono solo secondo convenienza "elettorale" per questioni di potere.
Non sono ispirati da alcun principio politico. Non hanno alcuna visione del futuro. Non credono affatto a una società migliore di questa (per noi cittadini, ovviamente, non per loro...).

Io al posto vostro me ne ricorderei quando sarà il momento di votare e non ne salverei uno, senza alcuna pietà.
Tra un Berlusconi che fa i festini con le mignotte fregandosene della sicurezza e un Bersani che chiede le firme invece dei voti, per poter fare chissà quale gioco di palazzo, che differenza volete che ci passi?

Ritenete i due comportamenti intelligenti e misurati?

Io lo dico da tempo che questa ormai non è più una democrazia ma un'oligarchia.
E le oligarchie vanno abbattute. Non si sceglie una parte dell'oligarchia. La si rigetta totalmente.
Mandiamoli tutti a casa.

sabato 15 gennaio 2011

Critocrazia e Pornocrazia - Dove va l'Italia?

Lo ammetto, ragionando a mente fredda sulla sentenza della corte costituzionale, mi sento "preoccupato" per la piega che sta prendendo il conflitto di potere che c'è in Italia.

Inizialmente la questione mi aveva lasciato abbastanza indifferente perché mi aspettavo che la legge fosse bocciata del tutto e fosse ribadito il concetto della modifica costituzionale.
Questo non è avvenuto.

È avvenuto qualcosa di ben più grave. La corte costituzionale nell'emettere la sentenza ha di fatto modificato la legge stessa quindi è come se avesse preso il posto del legislatore. Ma il succo del discorso riguarda un altro potere dello stato, l'esecutivo. Ebbene la corte ha deciso che sia il giudice a stabilire se l'impegno del presidente del consiglio, capo dell'esecutivo, costituisca o meno un legittimo impedimento per il processo. In pratica il presidente del consiglio deve formulare l'agenda di governo in base alla volontà del giudice.

Il mio pensiero va immediatamente a Re Luigi XIV, detto Re Sole, che costituisce l'esempio più conosciuto di Monarca assoluto che aveva sotto di se tutti i poteri dello stato.
"Lo Stato sono io" è una delle citazioni di questo Re.

Critocrazia. Potere dei giudici. I giudici che riassumono sotto di loro tutti i poteri dello stato. Un brivido che percorre la mia schiena...

Contemporaneamente, tanto per non farci mancare niente, abbiamo la storia di Ruby...

E qui possiamo parlare di rischi di pornocrazia, che potremmo definire come Potere delle concubine (non è la traduzione letterale).
La storia è piena di uomini di potere che avevano le loro amanti e le loro "favorite". Lo stesso Re Sole ne aveva diverse da cui ha anche avuto figli illegittimi alcuni dei quali anche legittimati in seguito.

Ma basta ricordare la donna più potente del XVIII secolo. Non un'imperatrice, non una regina, ma un'amante. Madame de Pompadour, amante di Luigi XV. Come amante la storia non durò a lungo, ma Madame de Pompadour e Luigi XV rimasero amici e lei divenne la consigliera più fidata tanto da essere una "regina de facto" senza essere mai regina anche quando Luigi XV ebbe altre amanti (tra cui una quindicenne).

In pratica stiamo parlando della storia più antica del mondo. Gli uomini di potere e il sesso.

Tra Critocrazia e Pornocrazia, io preferirei che si tornasse a parlare di Democrazia.

La Democrazia è tale solo se esiste una totale divisione dei poteri dello stato.
Invece qui tra giudici "debordanti" e "concubine" varie piazzate anche in posti di potere la nostra cara Italia sta andando a fondo.

venerdì 14 gennaio 2011

La moneta drogata e la crisi mondiale.

Dite la verità, se vi dicessero se vorreste avere subito un aumento di stipendio di 100 euro al mese, lo accettereste?

Immagino di sì.

Ma siete sicuri che quei 100 euro in più si traducano poi in un potere d'acquisto di pari entità?
La risposta, in questo caso, non può che essere negativa.
Buona parte di quei 100 euro saranno mangiati dall'inflazione.

Qui sta la differenza sostanziale tra "salario reale" e "salario nominale". Un aumento di € 100 di salario nominale, non corrispondono a € 100 di salario reale nella grandissima maggioranza dei casi.

Facciamo un altro esempio. Preferireste avere un salario corrispondente a 160 biglietti del cinema oppure un salario corrispondente a 200 biglietti del cinema?
Al di là dei vostri gusti cinematografici, immagino che preferireste avere uno stipendio che vi permette di comprare 200 biglietti.

Supponiamo che al momento il vostro salario corrisponda a 160 biglietti del cinema e che il loro prezzo corrente sia di € 5 a biglietto. Questo significa che il vostro salario nominale ammonta a € 800.
Supponiamo invece che quando il vostro salario corrisponde a 200 biglietti del cinema, il prezzo del biglietto sia invece di € 4, cosicché il vostro salario nominale corrisponde ancora una volta a € 800.

Vi sentireste più ricchi prima, dopo oppure pensate che non vi sia alcuna differenza?

La differenza c'è ed è evidente. A parità di salario nominale voi vedreste 40 film in più al cinema rispetto a prima. Eppure una gran parte di voi si sentirebbe ugualmente ricca rispetto a prima perché dopotutto guadagna sempre € 800.

Questo aspetto psicologico non dovete sottovalutarlo.
Vi faccio un esempio ancora più difficile.
Supponiamo che, invece di calcolare il vostro stipendio in euro, venga calcolato in biglietti del cinema.
Supponiamo quindi che il vostro salario corrisponda a 160 biglietti del cinema e dal momento che il prezzo medio dei biglietti del cinema è € 5 vi venga concesso un salario nominale di € 800.
Supponiamo ora che il vostro stipendio sia aumentato a 200 biglietti del cinema ma il prezzo del biglietto ora scenda a € 3 cosicché il vostro salario nominale sia ora di € 600.

Ora vi sentireste più ricchi o più poveri?

Il vostro salario reale è aumentato del 25%, pertanto dovreste sentirvi più ricchi.
In realtà la maggior parte di voi si sentirebbe più povera perché il salario nominale è sceso del 20%.

Una delle ragioni psicologiche che vi inducono a pensare di essere diventati più poveri è dovuta al fatto che siete abituati a pensare al costo delle merci in moneta e sapete che il prezzo di un prodotto singolo può anche variare in negativo ma possono esserci molti più articoli che vedono variare il loro prezzo in positivo. Pertanto il cinema potrebbe anche costare meno e tutti gli altri prodotti costare di più.

Ottimo ragionamento, ma psicologicamente tendereste a sentirvi più poveri anche se tutti i prezzi fossero legati al prezzo del biglietto del cinema e quindi diminuissero tutti allo stesso modo.
Per voi semplicemente € 600, sono inferiori a € 800. Non importa se con € 600 poi in realtà siete effettivamente più ricchi.

Per evitare questo impatto psicologico che generalmente porta i cittadini a sentirsi più poveri e quindi a consumare di meno, i governi mondiali e le banche centrali da sempre tendono a produrre politiche di espansione del credito e quindi ad aumentare la domanda di beni e servizi drogando di fatto la moneta.

In realtà questa moneta "drogata" vi rende effettivamente più poveri, perché se è vero che il vostro salario nominale sale, dandovi l'illusione di guadagnare di più, in realtà questo aumento spesso vi fa salire anche nella fascia di reddito che paga una maggiore imposizione fiscale e generalmente buona parte del reddito viene mangiato dall'inflazione che si produce. Se sale l'inflazione, aumentano i tassi d'interesse.

I tassi di interesse, oltre alla propensione al risparmio, sono le vere cause della disparità sociale tra redditi. Chi risparmia di meno nel lungo periodo sarà più povero di chi risparmia di più. Più sono alti i tassi d'interesse e maggiore è la velocità di crescita di questa disparità.
Ora chi ha un basso reddito ha anche maggiori difficoltà a risparmiare e spesso invece è costretto a indebitarsi attraverso rate e mutui che riducono il reddito disponibile.

Quando si aumenta la domanda di beni e servizi attraverso l'espansione del credito, si aumenta sì la quantità di equilibrio, ma si aumenta anche il prezzo di equilibrio.
Se invece si aumenta l'offerta di beni e servizi, la quantità di equilibrio aumenta ma il prezzo di equilibrio scende.
Viene allora spontaneo chiedersi perché i governi e le banche centrali non facciano politiche per espandere l'offerta di beni e servizi anziché puntare sulla domanda dei medesimi.
La ragione risiede tutta nell'effetto psicologico che questo comporterebbe per i cittadini, o meglio, dalla paura che i governi e le banche hanno di questo effetto.
Qualsiasi scelta che comporti un'espansione dell'offerta comporta anche la riduzione del salario nominale dei cittadini. Perché anche il salario è un "prezzo".
Aumentando l'offerta di beni e servizi, si aumenta anche l'offerta di lavoratori e quindi così come si riduce il prezzo di equilibrio dei beni e dei servizi allo stesso modo si riduce il "prezzo" di equilibrio dei lavoratori, quindi il loro salario nominale.

Il problema è che in un mercato dove l'offerta di lavoratori sta diventando globalizzata e quindi alle imprese conviene produrre all'estero dove i lavoratori si accontentano di salari più bassi, l'unica soluzione che abbiamo per evitare la catastrofe è appunto quella di attuare politiche che aumentino l'offerta di beni e servizi.

venerdì 7 gennaio 2011

Cuba - La fine di una storia.

Ufficialmente nel mondo, dopo il crollo dell'Unione Sovietica, sono rimasti solo 5 stati in cui il partito comunista o comunque un partito che si ispira a quei principi è rimasto al potere.

1) Cina
2) Corea del Nord
3) Cuba
4) Vietnam
5) Laos

In realtà sappiamo benissimo che la Cina ha ormai aperto da tempo all'economia di mercato, quindi in pieno contrasto con la dottrina comunista che prevede il fatto che nessun privato possa possedere mezzi di produzione.

La Corea del Nord ha mescolato la teoria marxista con una visione religiosa per cui il capo dello stato assume il ruolo di una sorta di divinità. Insomma di comunista c'è rimasto ben poco.

Laos e Vietnam per quanto ufficialmente degli stati socialisti hanno aperto al commercio estero e il Vietnam soprattutto ha ottime possibilità di sviluppo economico nel prossimo decennio.

Da quando Raul Castro ha preso il posto del fratello Fidel anche Cuba ha iniziato una progressiva riconversione della società con una maggiore apertura al mercato privato.
È notizia di questi giorni che questa svolta sta prendendo una forma sempre più concreta con il licenziamento di impiegati pubblici per "salvare l'economia cubana" e la liberalizzazione di nuovi settori dell'economia cubana agli imprenditori privati.

A più di venti anni dalla fine dell'Unione Sovietica possiamo quindi dichiarare conclusa la storia del comunismo e osservare che la sua fine è stata, con l'eccezione della Romania, piuttosto pacifica, anche se oltre alla Romania, il comunismo è stato addirittura dichiarato fuorilegge in Estonia, Lettonia, Lituania, vi sono state proposte di legge in tal senso in Moldavia e Repubblica Ceca e i simboli del comunismo sono stati banditi da Ungheria e Polonia.

Il comunismo è crollato su se stesso facendo diventare l'economia delle nazioni sempre più pesante, con costi così alti che alla fine si è scelta l'unica strada possibile: rinunciare al comunismo stesso.

Ovunque è stata applicata la sua formula ha fallito e non ha portato quel benessere che la teoria stessa sembrava indicare, oltre alla rinuncia alla libertà.

Qual è stata dunque la sorte del comunismo? È finito a causa dei costi economici e sociali troppo elevati.
È finito senza troppo rumore, dopo aver condizionato la storia del mondo di gran parte del secolo scorso.

domenica 2 gennaio 2011

Riflessioni di inizio anno... dove stiamo andando?

In questi giorni stavo riflettendo su cose che a prima vista non hanno a che vedere con il clima delle feste.

Dove sta andando l'umanità?

Da qualche lustro è stata costituita un'agenzia internazionale sui cambiamenti climatici. Dovete sapere che questa agenzia è in realtà un organismo politico e non scientifico come molti vorrebbero far credere.
Questa agenzia è stata voluta dai governi di centrodestra per poter giustificare un ampio ricorso al nucleare.
Con la caduta del muro di berlino e la sconfitta politica del comunismo, molti esponenti di sinistra hanno visto in questa agenzia e nella battaglia sui cambiamenti climatici un modo per abbattere il capitalismo.

Fatta questa necessaria premessa, la verità è che nessuno al mondo ha in mano l'equazione del clima. I modelli climatici sono costantemente riveduti perché nonostante il largo consenso degli scienziati del mondo, questi modelli non ci azzeccano (come direbbe Di Pietro).
Per chi ha voglia e tempo per farsi una ricerca, consiglio di andare a vedere quanti soldi i governi mondiali hanno riversato nella ricerca sui cambiamenti climatici.

Siamo tutti umani. Sappiamo come vanno a finire certe cose. Quante persone che vengono pagate per fare un determinato lavoro, hanno il coraggio di dire che il loro lavoro non sta portando a nulla e quindi correre il rischio di non ricevere più soldi?
Quante persone invece, sapendo che "esagerando" sugli scenari possono ricevere più soldi per la ricerca, si comporteranno di conseguenza?

L'onestà intellettuale, purtroppo, esiste solo laddove il potere del denaro non esiste.

Non si tratta di un complotto mondiale, si tratta solo di psicologia umana. Dopotutto la CO2 è comunque un gas serra e quindi l'attività umana un impatto sul sistema clima deve pur avercelo. Questo è innegabile.

Se però dobbiamo verificare se l'aumento di CO2 è mai stata la causa dell'aumento delle temperature, ebbene i carotaggi nel ghiaccio e l'analisi dei gusci di conchiglie ci dicono che è l'esatto contrario.
È l'aumento delle temperature a causare un aumento della CO2 ed è la diminuzione della temperatura a causare una diminuzione della CO2.
Questi sono dati scientifici che conoscono anche gli scienziati che sostengono le cause antropiche del riscaldamento globale, ma a cui danno poco peso perché dicono che un'aumento della concentrazione di CO2 come quello attuale non c'è mai stato.

Il punto è che gli ultimi 12-13 anni, pur essendo i più caldi da quando registriamo le temperature con i termometri (nel passato sappiamo che ha fatto molto più caldo di oggi), le temperature sono cresciute molto meno che nei periodi precedenti. E questo nonostante un enorme aumento della concentrazione della CO2 nell'atmosfera.

Nonostante non abbiamo l'equazione del clima e i modelli non riescono a prevedere il comportamento reale del clima (una volta dicevano che gli inverni temperati erano colpa del global warming, ora dicono che gli inverni nevosi e freddi sono colpa del global warming...), si invoca il principio di precauzione per combatterne gli effetti.

Ecco quindi cosa sta accadendo.
Il mondo occidentale, per sentirsi a posto con la coscienza sta spingendo verso l'utilizzo delle fonti alternative e cerca di spingere anche le nazioni in via di sviluppo verso queste "nuove" fonti.
L'obiettivo è ridurre la CO2.

Piccolo particolare: queste fonti alternative costano molto di più di quelle a base di combustibili fossili. E già qui c'è una prima ingiustizia sociale. I paesi poveri non se le possono permettere.
In secondo luogo, tutte le fonti alternative per produrre la stessa energia che producono quelle a base di combustibili fossili (nucleare escluso) hanno bisogno di una maggiore estensione territoriale, quindi l'impatto visivo e ambientale non è trascurabile.

Inoltre recentemente si ricavano plastiche, combustibili ed energia anche attraverso l'impiego di biomasse. Il problema è che per il principio di scarsità, il terreno che si utilizza per coltivare le biomasse non si può usare per coltivare il cibo. Inoltre dal momento che alimenti come il mais, grano, soia, riso possono venire impiegati anche per altri scopi oltre quello alimentare, il loro prezzo di mercato è aumentato notevolmente.

E quindi mentre il mondo occidentale si sente con la "coscienza apposto" con l'uso di queste fonti "rinnovabili" la verità è che per gli africani sta diventando troppo oneroso comprare il grano al mercato.

L'idea che i paesi del G20, per "lavarsi la coscienza" sul global warming (e magari non è nemmeno colpa dell'uomo...) stiano affamando il mondo povero, dovrebbe farci riflettere soprattutto quando passando da un anno all'altro si immagina un futuro migliore.

È veramente questo il mondo che vogliamo? Un mondo dove i paesi poveri devono essere costretti a usare tecnologie energetiche che non possono permettersi e dove sono costretti a competere con i produttori di energia sul mercato per poter comprare il grano?

Il mio è un semplice invito a riflettere...