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venerdì 23 marzo 2012

Forti coi deboli... Pecore obbedienti coi poteri forti...

C'era una volta l'articolo 18. Una norma ottima che ha sempre funzionato. Per questo va cambiata. Cazzo, siamo in Italia e vogliamo avere norme che funzionano? Dico, siamo matti?

Grazie all'articolo 18 il numero delle cause era molto basso. Da domani non lo sarà più. E già perché tu azienda mi licenzierai pure per motivi economici, ma io causa te la faccio lo stesso perché qualche soldo te lo devo pure scucire. Senza contare che magari riesco a dimostrare che non mi stai licenziando per motivi economici ma per motivi disciplinari o discriminatori e quindi mi prendo il reintegro lo stesso.

Con queste nuove regole, di cui non si ha ancora nulla di scritto ma si ragiona su quello che è stato detto, a mio avviso si ridurranno notevolmente i licenziamenti collettivi. E già, perché i licenziamenti collettivi fanno intervenire i sindacati e poi si finisce per le lunghe... molto meglio licenziare un dipendente alla volta.

Strategia Dividi et Impera. Come i trasferimenti da una sede all'altra. Se spargi il panico dicendo che tutta l'azienda dovrà spostarsi di sede, magari si fanno i blocchi ai cancelli, intervengono i sindacati, succede l'ira di Dio. Se invece trasferisci tre o quattro persone alla volta, singoli uffici, eviti i blocchi e ottieni quello che volevi senza grossi problemi, perché se dai l'impressione che il problema riguarda solo un settore e non tutta l'azienda, quelli che non fanno parte del settore magari se ne fregano.

Con i licenziamenti sarà la stessa cosa. Credete davvero che si arriverà alla cassa integrazione ordinaria prima di procedere con i licenziamenti? Mah... io non ci credo. Secondo me questo può succedere se l'intera azienda viene colpita all'improvviso, ma è più facile che, valutando l'aria che tira, licenzino le persone una alla volta sostituendola con impiegati precari che con la perdita di commesse si possono mandare a casa senza problemi.

Come al solito siamo in Italia. Non c'era alcun motivo per intervenire su una legge che ha sempre funzionato come deterrente e ha reso il rapporto di lavoro tra imprenditore e lavoratore un rapporto paritario.

Domani chi romperà le palle sulla sicurezza del lavoro, troveranno il pretesto per licenziarlo. Chi farà valere i suoi diritti sui turni notturni e festivi sarà rimosso per motivi economici.
L'articolo 18 non è una questione di "rigidità in uscita". L'articolo 18 è il principio sul quale si basano tutti i diritti dei lavoratori.

E basta con questo coro idiota del "ce lo chiede l'Europa". L'Europa se ne andasse pure affanculo per quanto mi riguarda, se la loro ricetta è quella di creare un sistema oligarchico in cui a pochi vanno tutti i diritti mentre ai molti e in particolare ai lavoratori vanno in culo enormi citrioli e basta.

Questo governo riesce a essere molto forte coi deboli, ma di colpire i poteri forti proprio non se ne parla. Le grandi rendite, le banche, le municipalizzate, le privatizzazioni, sono tutte cose che ancora non vengono toccate.

5 commenti:

  1. Err...
    la cosa che mi verrebbe in mente da fare è di portarsi sempre un tasca un bel ferro da lavoro... in maniera da pareggiare...

    Tu mi puoi licenziare... io ti posso spaccare le gambe...

    fatto vedere l'elefante nella stanza... possiamo parlare...

    Ma ahime'... siamo troppo pavidi e coglioni, e prima di toglierci noi le castagne dal fuoco... aspettiamo che ce le tolga qualcun'altro...

    Di solito il sindacato...
    Che è visto come il diavolo dagli imprenditori, è visto (quando va bene) come un colluso dagli operai...
    Ma chissà come mai quando le cose vanno male la prima cosa che fanno è rivolgersi al sindacato...

    Vogliono essere protetti, ma non si fa niente per proteggere chi ci protegge(*)...

    (*) o almeno in teoria ci dovrebbe proteggere

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  2. Tutto giusto, però permettimi di dire che i sindacati ci hanno messo del loro per trovarsi in queste condizioni.

    Molto spesso se l'ingiustizia colpisce un solo lavoratore, il sindacato è restio a mettersi contro l'impresa. Interviene quando l'ingiustizia colpisce più persone, un settore. Ma purtroppo questo è il paese dove "fatta la legge, trovato l'inganno" e quindi le ingiustizie sul posto di lavoro spesso sono più singole che "collettive". E siccome sul singolo il sindacato è restio a intervenire ecco che c'è uno scollamento tra lavoratori e sindacati.

    Senza contare che il sindacato dovrebbe fare il sindacato e non guardare gli interessi di bottega dei partiti di riferimento. Perché la CGIL fa lo sciopero generale a fine maggio? Per non "interferire" con le amministrative?

    Come diceva Bartali: "qui l'è tutto da rifare..."

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  3. Con Bartali ti rispondo anche al tuo precedente post.

    Magna tranquillo, in Italia non la faremo la rivoluzione, aspetteremo il prossimo uomo della provvidenza, chiunque sia...

    Perché ci tolga le castagne dal fuoco, e per dargli contro, ma solo come sforzo intellettuale, non fisico...

    Siamo il popolo che non ha mai fatto una rivoluzione deponendo il tiranno di turno.

    Forse perché ne abbiamo avuti troppi contemporaneamente, che non sapevamo più chi deporre...
    Oppure perché è più facile tenere l'uomo al comando, e poi fare come cazzo ci pare...
    Non prendendoci la responsabilità delle scelte di governo...

    Siamo il popolo che nel 48 non entro' in rivolta, dopo l'attentato a Togliatti, perché Bartali, appunto, vinse il tour de France...

    E' ovvio che la rivolta in quel momento non la voleva nessuno...
    Ma in Italia c'è sempre qualcosa che ci fa dire...
    Si ci vorrebbe la rivoluzione... ma non oggi, non oggi... forse domani... ma dopodomani di sicuro...

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  4. Al contrario Walter. Di rivoluzioni in Italia ne abbiamo fatte tante e non è mai cambiato niente a cominciare dalle idi di marzo del 44 a.C.

    Abbiamo buttato giù il dittatore Cesare e ci siamo ritrovati con l'imperatore Augusto e tutto quello che ne è seguito. In Italia abbiamo fatto migliaia di piccole rivoluzioni nei vari comuni che però non hanno fatto altro che cambiare un despota con un altro.

    Durante il risorgimento, i cittadini del sud Italia aiutarono Garibaldi nella convinzione che per loro arrivasse la libertà dai baroni e il regno d'Italia cosa fece? Diede di nuovo la terra e i poteri ai baroni. E così le genti tradite del sud si diedero al brigantaggio e nacquero le mafie.

    "Bisogna che tutto cambi affinché nulla cambi..."

    Ed è già tardi per una rivoluzione. E non parlo di una rivoluzione armata con morti e sangue, parlo di una rivoluzione mentale. Siamo da troppo tempo abiutati a ragionare secondo gli stessi schemi, a pensare che votando per tizio o per caio le cose cambieranno da non accorgerci nemmeno che tizio e caio sono due facce della stessa medaglia e se anche dovessimo accorgercene, non saremmo comunque pronti ad accettare questa verità e continueremo lo stesso a votarli, perché giustificandoci ci diciamo che per qualcuno dovremmo comunque votare...

    Mi è stato insegnato che, quando intorno a me esiste solo confusione, la prima cosa da fare è capire dove mi trovo. Trovare i dati stabili, il terreno solido dove gettare le fondamenta.

    Bisogna buttare giù tutti i vecchi schemi e le vecchie cose in cui si credeva e ripartire da zero e costruire qualcosa di nuovo in cui credere.

    Perché il problema di questo paese e forse del mondo intero è che non sappiamo più in quale tipo di società credere.

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  5. Parole sante caro Roberto, tutti giù! Solo questa può essere la vera ricetta, il baluardo della salvezza, ma senza un movimento del popolo, come si diceva, tutto è vano. Personalmente conosco moltissime persone che la pensano cosi e che vorrebbero un paese nuovo di zecca, senza tutti sti oligarchi, ma il problema a questo punto si riduce solo ad uno: come fare per mobilitare l'Italia, il popolo, la gente tutta, per rovesciare questo sistema? Chi mai troverà questa risposta? A mio avviso, come ogni rivoluzione che abbia portato ad un cambiamento, purtroppo serve violenza e sofferenza, perché il potere lo si combatte solo e sempre con le cattive. Del resto purtroppo potere è sempre sinonimo di soprusi, cattiveria, sfruttamento e morte dei diritti umani.
    Comunque mi riconosco in mezzo alle nullità, nel senso che come tutti i miei colleghi, amici e conoscenti, mi lamento, ma non faccio nulla di concreto, non scendo in piazza, sempre perché penso: che ci vado a fare? Tanto non cambia nulla.. forse questa è proprio la forza degli oligarchi..

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