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domenica 17 novembre 2013

Redistribuzione ma per merito...


Una volta lo stato costava soltanto un decimo ai cittadini. E molto probabilmente funzionava meglio.

Oggi il livello di pressione fiscale è molto più elevato praticamente in ogni paese democratico occidentale dove ci sono sistemi industriali e commerciali avanzati e lasciatemelo dire, gli stati funzionano molto peggio.

Una volta il comune veniva a raccogliere la spazzatura casa per casa. Oggi siamo noi a dover dividere la spazzatura per la raccolta differenziata e dobbiamo pure pagare una tassa per poi scoprire che magari il sistema di raccolta non funziona poi così bene.

Perché lo stato riusciva a fare prima cose che oggi non riesce a fare nonostante lo stato costi molto di più di prima?

Perché accettando le teorie keynesiane che la spesa pubblica aumenta il livello generale del PIL gli stati hanno cominciato a spendere e a indebitarsi e hanno creato un apparato statale enorme assumendo moltissime persone e aumentando a dismisura le pratiche burocratiche soltanto per giustificare l'utilizzo di queste persone. Persone che per la maggior parte entravano dentro come "favore elettorale".

Due motivi più che sufficienti ai partiti politici per aumentare il consenso. Molto facile aumentare la spesa pubblica e dare lavoro in cambio di voti. Tanto ci avrebbe pensato qualcuno in futuro a pagare i debiti e le generazioni future non votano nel presente.

L'obiettivo della Nuova Democrazia, l'ideologia che ho inventato io è quello di raggiungere uno Stato che torna a spendere poco ma che invece di sprecare denaro in servizi inefficienti che non vengono mai realizzati faccia redistribuzione del reddito secondo i livelli di merito.

Come avevo detto la Nuova Democrazia si basa essenzialmente su due gruppi di assemblee popolari.

1) Assemblee territoriali
2) Assemblee trans-territoriali.

Supponiamo che le assemblee trans-territoriali raccolgano la tassazione derivante da reddito individuale mentre le assemblee territoriali raccolgano la tassazione delle imprese e degli esercizi commerciali.

Supponiamo di avere una tassa unica del 40%.
Supponiamo poi di avere due fondazioni pubbliche. La prima è la Fondazione Istruzione Salute.
La seconda è la Fondazione Ricerca e Sviluppo.

Per i cittadini che decidono di sovvenzionare la Fondazione Istruzione Salute con un 10% del loro reddito, la tassazione si dimezza e di conseguenza invece di pagare tasse per il 40% è come se si pagasse per il 30% (20% tasse + 10% fondazione).

Stessa cosa per le imprese ed esercizi commerciali che finanziano la Fondazione Ricerca e Sviluppo con un 10% dei loro utili.

Inoltre si fa uno sconto del 5% a tutti i cittadini che spendono almeno il 25% del loro reddito in attività sportive o centri benessere o altre strutture per la salute e in medicine. Questo sconto ha un senso in quanto favorisce attività benefiche dei cittadini che sono ancora in salute (e quindi facendo risparmiare i costi sanitari) e favorisce anche quei cittadini che sono malati e si stanno curando.

Dall'altra parte, si fa uno sconto del 5% a tutte le imprese o esercizi commerciali che dimostrano di aver speso il 50% dei loro utili in nuove assunzioni, aumenti di stipendi, rinnovo delle attrezzature e/o in progetti di ricerca e sviluppo.

Di conseguenza si avrebbe uno stato che raccoglie un 25% di tassazione da imprese e cittadini.

La cosa bella è questa. Ogni assemblea che sia territoriale o trans-territoriale deve risparmiare il 20% delle entrate acquistando per esempio titoli di stato non necessariamente del proprio stato in modo da avere all'incirca un tasso d'interesse del 5% all'anno di resa.

Del rimanente 80% che resta alle assemblee, solo la metà può essere utilizzato in spesa. La restante metà va distribuita secondo i livelli di merito dei cittadini dell'assemblea.

Supponiamo che lo stato raccolga 250 miliardi di euro di tasse attraverso le assemblee. Questo significa che 50 miliardi andranno in risparmio e 100 miliardi in spesa pubblica. I restanti 100 miliardi vengono divisi tra i cittadini a seconda del loro livello di merito. Ipotizziamo 40 milioni di lavoratori e pensionati e ipotizziamo una sommatoria di 100 milioni di livelli di merito.

Questo significa che per ogni livello di merito devono essere distribuiti 1000 euro.
Chi ha livello di merito 1 riceverà 1000 euro. Chi ha livello di merito 2 riceverà 2000 euro e così via...

Possono sembrarvi pochi 1000 euro netti ma per molti è come ricevere uno stipendio in più. Inoltre dal momento che maggiore è il livello di merito e maggiore è l'entrata si crea una sana competizione.

Questo è il modello a cui la Nuova Democrazia aspira. Tra questo modello e la situazione attuale c'è molto da lavorare.

sabato 16 novembre 2013

Il momento d'agire...


Donne e uomini d'Italia.

Da tempo ormai il nostro amato Paese è nelle mani di un'oligarchia fatta di banchieri, finanzieri, burocrati, d'imprenditori molto potenti presenti nella maggior parte dei consigli d'amministrazione delle più importanti imprese italiane.

Una rete di potere in grado di determinare e dirigere le decisioni della politica italiana attraverso scambi di favori e finanziamenti.

La democrazia non c'è più. Ci stanno dando l'illusione di un sistema democratico dove poter scegliere tra diverse opzioni. Ma se tutte le opzioni politiche sono comandate da un'oligarchia queste faranno comunque il gioco degli oligarchi e non l'interesse dei cittadini.

Verso questa classe dirigente, la politica mostra un asservimento totale. Se uno di questi potenti ha bisogno, il politico è lì a disposizione. Per i comuni cittadini, quelli che ogni giorno devono fare i conti con la sopravvivenza quotidiana il politico è un uomo lontano.

La politica non è più l'arte di amministrare le città e quindi gli stati, ma l'arte di fare bagordi con i soldi dei cittadini.

Tuttavia questo sistema ha una debolezza. Quella illusione di democrazia che hanno creato controllando tutti i partiti e movimenti potrebbe comunque distruggerli se una forza politica non controllata da loro dovesse ottenere un successo dirompente.

Voglio spezzare una lancia in favore di tutti voi, amici concittadini. Quanti di voi pensano che è colpa degli altri cittadini (quasi mai includendo se stessi...) che sbagliano a votare?
Tranquilli. Non è colpa vostra. È che comunque sceglievate il risultato finale non sarebbe cambiato. Sono tutti servi dell'oligarchia.

Ce ne accorgiamo dalle intercettazioni telefoniche, dove ministri e governatori sono lì a rassicurare che loro no, non si sono dimenticati e che anzi sono vicini e magari poi ci scherzano anche su facendosi quattro risate...

Voi, cari concittadini non avevate praticamente modo di evitare di votare per un partito che non fosse diretto dall'oligarchia, perché hanno fatto leggi per escludere che partiti e movimenti di nuova formazione e non guidati da personaggi importanti, politici o non, siano visibili sul piano mediatico.

Oggi siamo schiavi di questi signori che hanno creato un sistema di sfruttamento dei lavoratori che probabilmente gli schiavisti americani dell'800 ci invidia.
Esistono ispezioni nelle grandi imprese? Io non le ho mai viste.

Lo stato è diventato complice di questi signori permettendo loro di esternalizzare sempre di più il lavoro dell'impresa, permettendo che società controllino altre società facendo finanza e non economia.
Le grandi imprese mettono in concorrenza le aziende fornitrici non sulla qualità del servizio ma sul prezzo, spingendo le piccole e medie imprese ad abbassare i prezzi e quindi a tagliare i costi assumendo personale con contratti sempre più atipici e facendo fare a questi molto spesso lavori che per legge non potrebbero fare. Ma tanto le ispezioni non arrivano mai e così le denunce da parte dei lavoratori che non hanno la forza di pagare avvocati per ottenere quello che dovrebbe essere per loro un diritto o semplicemente hanno paura di non ottenere giustizia e in un paese come l'Italia ottenere giustizia significa a volte attendere oltre 30 anni di processi...

Così ormai gli imprenditori si sono fatti anche sfacciati. Vengono da te e con animo candido ti dicono: "Ma io perché dovrei assumere te a tempo indeterminato, quando se prendo un tizio qualsiasi più giovane di te mi lavora sottocosto per almeno 5 anni e ho anche delle agevolazioni?"

Ma non pensate che se avete un contratto a tempo indeterminato state meglio. Anzi, se un'azienda si trova molti contratti a tempo indeterminato è possibile che spacchetti l'azienda, che affidi servizi in outsourcing e poi chieda la cassa integrazione, la mobilità e tutte le altre possibili forme che permettano all'azienda di liberarsi della maggior parte possibile dei loro dipendenti.

Sappiate che esistono anche aziende che ti "aiutano" a trovare un nuovo posto di lavoro, ma queste considerano una proposta giusta se un'azienda ti offre almeno l'80% dello stipendio precedente indipendentemente dalle modalità contrattuali.
Quindi per loro è giusto che un lavoratore a tempo indeterminato che prendeva 1000 euro netti al mese vada poi a prendere 800 euro a progetto. E quindi 640 euro la volta dopo e quindi 512 euro la volta dopo ancora...

Questo paese non lo si raddrizza più continuando a votare quelli scelti dall'oligarchia. La migliore scelta possibile fino a ieri era quella di votare a caso una delle liste sconosciute che si trovavano sulla scheda anche senza sapere quali fossero le loro idee programmatiche. Io ritengo il movimento cinque stelle una sorta di strumento dell'oligarchia piuttosto che un movimento democratico. Non esiste nulla di democratico in quel movimento che è diretta espressione della volontà di due sole persone.

Una volta si diceva: "Il capitalismo sa produrre ricchezza ma non la sa distribuire. Il comunismo sa distribuire la ricchezza, ma non la sa produrre". L'espressione continua a rimanere vera anche se capitalismo e comunismo non esistono più. Il capitalismo è stato sostituito dall'alta finanza, che non produce nulla, nemmeno ricchezza. Moltiplica solo il denaro e gran parte di questo viene mangiato dall'inflazione. Il comunismo non so bene da cosa sia stato sostituito, ma questo suo erede non è nemmeno in grado di distribuire ricchezza.

E questo lo si vede chiaramente dal fatto che il divario tra ricchi e poveri non si è ridotto nel tempo ma al contrario è aumentato e che questo paese ha perso capacità di produrre.

Ma c'è una speranza. E questa speranza è nella nascita di un movimento di Nuova Democrazia che abbia come ambizione quella di fare in modo che la politica torni a essere qualcosa che coinvolga direttamente i cittadini nelle scelte e non un argomento divisivo che fa litigare le persone nelle discussioni in famiglia o nei luoghi di lavoro o perfino al bar.

Non vale la pena litigare per i partiti che sono in parlamento. Sono tutti espressione della medesima oligarchia. Quindi mentre voi litigate quelli mangiano a braccetto.

Solo attraverso la Nuova Democrazia questo paese potrà rialzarsi e tornare a essere un esempio per il resto del mondo. La Nuova Democrazia deve essere il rinascimento dopo questi lustri di oscurantismo oligarchico. Perché la Nuova Democrazia sa produrre ricchezza e distribuirla.

Io sono pronto a mettere in gioco le mie idee, ma in politica il consenso e il coraggio delle persone è indispensabile. Potete fidarvi di me perché sono uno di voi. Non sono ricco, non sono una persona famosa, conto come il due di coppe quando regna bastoni, non ho mai fatto politica attiva prima d'ora e né l'hanno fatta miei parenti diretti.

Ma la mia forza è proprio questa. Non faccio parte dell'oligarchia e quindi posso essere per voi una nuova speranza. E io ho bisogno di voi, perché voi siete la speranza per questo paese e lo potrete essere solo se decidete di fare qualcosa di folle: amare l'Italia e il popolo italiano al punto di mettervi completamente al loro servizio dando forza e partecipazione a questo movimento che io intendo portare avanti. Come ho sempre detto, io metto al vostro servizio le mie idee, ma sono pronto a sostenere le vostre qualora siate in grado di dimostrarmi che sono migliori delle mie.

Possiamo far tornare a crescere questo Paese? Sì possiamo.
Possiamo ridurre il divario tra ricchi e poveri? Sì possiamo.
Possiamo creare una società che sia da modello nel mondo? Sì possiamo.
Possiamo sperare che i nostri figli abbiano una vita migliore della nostra e maggiori opportunità di noi? Sì possiamo.

Il problema è: quanto lo vogliamo veramente?

domenica 10 marzo 2013

Automi in parlamento?


Oggi si sono riuniti i parlamentari del M5S di Beppe Grillo per discutere tra le altre cose del taglio dei loro emonumenti.

C'è già chi dice che non è giusto fare tagli uguali per tutti, perché quelli che vivono più lontani finirebbero per rimetterci di tasca loro.

Ma il punto fondamentale della questione è che a sentire Grillo, i parlamentari M5S faranno consultazioni online praticamente per ogni cosa...

Caro Beppe Grillo, se hai deciso che i tuoi parlamentari sono degli automi che stanno lì solo a pigiar bottoni e informare la rete di quello che accade, allora c'è qualcosa che non quadra...

Supponiamo per ipotesi che io fossi un tuo elettore, cosa che non accadrà mai, e che decidessi di votare online ogni provvedimento che deve essere votato in nome della cosiddetta "democrazia diretta".

Cazzo Beppe, come funziona, sono io a dire ai tuoi parlamentari come votare e i soldi da parlamentare se li beccano loro? Stiamo scherzando? E quelli sono lì a discutere di quanto si devono tagliare gli emolumenti? Ma cazzo, diamogli una paghetta di cinque euro a settimana allora come si fa con i bambini piccoli per fargli fare le commissioni senza fare i capricci.

Io ci metto la testa e loro si beccano i soldi? Eh no, cazzo!

La paga da parlamentare se la devono sudare. Personalmente non me ne frega niente se la riducono oppure no, questa è pura demagogia. Se il parlamentare fa il suo dovere, che è quello di servire l'Italia ed essere rappresentante della nazione e non un servo dei partiti e delle lobbies, allora può prendere anche tutta la paga prevista a testa alta.

Ma chi è eletto da rappresentante deve comportarsi da rappresentante e non essere solo un informatore pigiabottoni che si fa dire da altri cosa deve fare.
Ma che ti pensi che facendo votare online i provvedimenti realizzi la democrazia diretta? Buffonate!

La democrazia diretta esiste solo laddove tutti i cittadini hanno la possibilità non di votare, ma di accedere al dibattito e dire le loro opinioni di fronte a tutti.
La democrazia diretta non è votare tra una serie di provvedimenti che altri hanno messo al voto.
Se esiste la democrazia diretta, io voglio poter dire la mia su quei provvedimenti con l'intero popolo che mi ascolta e voglio poterne proporre di miei da sottoporre al parere del popolo.

Far votare online i provvedimenti equivale a fare un sondaggio tra i propri elettori e ci sono troppe persone in Italia e nel mondo che ormai fanno politica non in virtù della forza delle loro idee ma sulla base di sondaggi.

I tuoi parlamentari sono stati eletti rappresentanti e adesso se ne devono assumere la piena responsabilità, votando con la loro testa (o se preferisci con la tua testa...) sempre ammesso che credano effettivamente nelle idee che presentano e per le quali sono stati chiamati a fare i rappresentanti di altri.

Altrimenti, la paga da parlamentare la dai a chi vota in rete e ai tuoi rappresentanti gli dai la paghetta da bambino.

giovedì 7 marzo 2013

Possibile scenario...


Questa volta azzardo una previsione, ma gli do una probabilità del 75%, il che significa che c'è un buon 25% che io mi sbagli. Di solito faccio previsioni con percentuali più elevate di successo.

Lasciamo stare il gossip politico che s'interroga se Bersani e Grillo convoleranno a nozze di governo, anche perché il caro Bersani sembra uno di quegli amanti respinti che continua a insistere nonostante che Grillo gli abbia dato solo due di picche.

Napolitano ha la mente più lucida e razionale rispetto a Bersani, che subisce ancora il trauma psicologico della mancata vittoria.

Ecco perché Napolitano non darà l'incarico esplorativo a Bersani, nonostante la maggior parte di voi probabilmente pensa il contrario.

Dopo l'elezione dei presidenti di camera e senato, il presidente non cercherà di accelerare i tempi, ma anzi probabilmente cercherà di prendere tempo.

Una volta sentiti tutti i gruppi parlamentari, a mio avviso il presidente della repubblica chiamerà al quirinale il presidente del senato e darà a questo un mandato esplorativo.
Io penso che sia difficile che il presidente della repubblica mandi Bersani a bruciarsi in parlamento alla ricerca di un voto di fiducia che Grillo non gli darà.
A meno che dai colloqui con i gruppi parlamentari, non sarà chiaro che è assicurato al senato il numero legale e la fiducia a un governo Bersani, il presidente della repubblica non manderà il PD a umiliarsi in parlamento.

L'elezione del presidente del senato quindi sarà molto importante, perché è probabile che sia il primo a essere chiamato da Napolitano per un mandato esplorativo.

Eleggere a presidente del senato un senatore del movimento 5 stelle potrebbe mettere in difficoltà il movimento di Grillo, in quanto il PD a quel punto potrebbe dichiararsi disponibile a dare la fiducia al presidente incaricato e il movimento di Grillo dovrebbe negare la fiducia a un proprio rappresentante per scongiurare un'alleanza tra M5S e PD.

Tuttavia questa potrebbe essere un'arma a doppio taglio anche per il PD perché se è vero che il M5S non vota la fiducia a Bersani, ma a uno dei loro, è anche vero che una volta che uno dei loro viene eletto presidente del consiglio, potrebbe andare alle camere a presentare l'abolizione dei rimborsi elettorali con effetto retroattivo e qualche disegno di legge contro i patti europei, spingendo il PD a negare la fiducia e quindi a prendersi la responsabilità della caduta del governo.

Se viene eletto come presidente del senato uno del PD, potrebbe raccogliere i segnali di malumore interni al PD e quindi potrebbero emergere più facilmente ipotesi alternative rispetto a quelle proposte da Bersani.

Se viene eletto come presidente del senato uno esterno al PD e che non sia del M5S, potrebbe essere eletto con un margine di voti tale da far ritenere al presidente della repubblica che una maggioranza istituzionale è possibile.

Difficilmente Napolitano permetterà all'ipotesi delle elezioni anticipate, che a oggi sembra quella più sensata, di prendere corpo immediatamente e si prenderà tutto il tempo che gli rimane per far si che l'emotività passi e la ragione affiori.

mercoledì 6 marzo 2013

Un governo, per fare che?


Francamente mi sono stancato di ascoltare tutti i giorni gli stessi argomenti su tutti i format d'informazione politica in TV.
E la situazione dei giornali non è molto diversa.

Diciamolo francamente, non ci sono leader coraggiosi in Italia, capaci di individuare il problema e martellare su quello senza paura di bruciarsi.

Francamente se Grillo e Bersani faranno o meno un governo insieme è l'ultimissima delle preoccupazioni del cittadino in difficoltà. Se PD e PDL inciuciano non gliene frega realmente niente a nessuno e così via.

È veramente scandaloso che la Politica, quella con la P maiuscola sia messa in secondo piano dal "gossip politico" a cui lo stesso Grillo si presta ben volentieri.

Non è importante chi e come faranno il governo e se lo faranno, ma che cosa vogliono fare una volta che il governo lo hanno fatto. Ovviamente se si va a elezioni il problema non si pone nemmeno.

Se vogliono fare un governo per cambiare la legge elettorale, allora devono trovare un'intesa entro un mese su quale legge elettorale fare, altrimenti è inutile che il governo sopravviva.
Non vorrei che si faccia un governo e poi passino sei mesi senza che si sia ancora trovato un accordo per come cambiare la legge, perché in realtà nessuno la vuole cambiare e tutti vogliono fare in modo che ricada sugli altri il fatto che non si cambia la legge.

Se dopo un mese non hanno trovato un'intesa si va a votare IMMEDIATAMENTE, perché la gente che ha problemi seri a sopravvivere non può certo aspettare un branco di bambini capricciosi incapaci di fare qualcosa per il paese.

Questo paese si può salvare solo con uno shock sul lato offerta, compensato da una piccola redistribuzione di reddito per le fascie di reddito più basso. Più si perde tempo e più aumenta la povertà. E non c'è bisogno che si allenti il rigore di bilancio. Quelle sono puttanate.

Ripeto, io voglio vedere contenuti e ricette nei format televisivi e non me ne frega niente se Bersani e Grillo faranno il matrimonio oppure Berlusconi farà l'amante e così via. BASTA GOSSIP!

FATE QUALCOSA PER L'ITALIA e BASTA CHIACCHIERE!!

Le persone non mangiano con la legge elettorale.
Non è una priorità per nessuno, se non per 945 individui.

domenica 3 marzo 2013

Beppe Grillo, VERGOGNATI!


Signor Beppe Grillo, le sue parole sull'articolo 67 della costituzione italiana, sono vergognose.

La possibilità per un eletto di esercitare la sua carica senza vincolo di mandato è una cosa sacrosanta.

E se lei pensa che si tratti di un abominio, lo vada a raccontare negli Stati Uniti, quando grazie all'assenza del vincolo di mandato alcuni deputati del partito democratico poterono votare secondo coscienza in favore dell'abolizione della schiavitù.

Ci fosse stato il vincolo di mandato tutti i deputati democratici si sarebbero dovuti adeguare alla linea del partito.

Questo furore a voler radicare ogni posizione è comprensibile quando si ha paura, perché non si crede nelle proprie idee.

E lei signor Beppe Grillo evidentemente è il primo a non credere nelle persone e nelle sue idee... altro che democrazia diretta.
Signor Beppe Grillo, democrazia diretta, significa che ogni cittadino decide con la sua testa e basta. Il vincolo di mandato non esiste per definizione. Ma evidentemente lei ha paura che le persone elette nel suo movimento possano fare di testa loro, perché vuole che pensino e facciano quello che vuole lei.

E questo era già chiaro dalla regola che gli appartenenti al movimento 5 stelle non devono apparire in talk show televisivi. Ha paura che pensino con la loro testa, che si facciano conoscere e che guadagnino consenso proprio. Questo perché non crede affatto nelle idee che propone, evidentemente.

Voglio vivere in una nazione, dove le persone di fronte a questioni di coscienza possano rispondere solo a se stessi e non voglio una nazione dove le persone devono essere eterodirette dal Beppe Grillo di turno che è bravo a parlare alla pancia della gente, ma evidentemente vuole che la gente voti solo con la pancia e non con la ragione. Perché se le persone minimo minimo riflettono si rendono conto che le sue idee sono di scarsa consistenza e vergognose.

Ripeto, chiunque oggi pensi di toccare la mancanza del vincolo di mandato, si ricordi dell'abolizione della schivitù negli Stati Uniti.

sabato 2 marzo 2013

La politica dei cagasotto...


Scusate il termine, ma la realtà è questa.

Una volta preso atto che con Grillo non è possibile costruire una maggioranza di governo in quanto il M5S non vuole dare la fiducia ad altri se non se stessi e una volta stabilito che non si vuole fare una maggioranza con Berlusconi esiste una e una sola strada percorribile.

Andare a elezioni.

Ma la paura che fa cagare sotto il PD a questo punto è che andando a elezioni il M5S vinca le elezioni e che il centrosinistra rischi di ritrovarsi dietro perfino al centrodestra.

Se si fa politica con la paura addosso è difficile evitare che quanto si teme si avveri.

Se manca il coraggio delle proprie idee è difficile recuperare i voti dei delusi, ma se si comincia a battere il pugno sul tavolo e a tirare fuori le palle, magari ci si riesce.

L'Italia non si può permettere una situazione di stallo prolungata. Ha bisogno di stabilità e di un governo politico.
Quindi o si ha il coraggio di fare un governo politico (e non tecnico) tra PD e PDL oppure si ha il coraggio di andare a nuove elezioni.

Se invece si spera che, una parte dei senatori 5 stelle faccia un gruppo autonomo e che magari si riesca a tirare dentro una parte del PDL che si stacca da Berlusconi per poter fare un governicchio, alle prossime elezioni, del PD non resterà traccia.

Va bene che la regola numero uno è sopravvivere, ma davvero credete che un governo di questo tipo possa reggere per cinque anni e fare le riforme necessarie a questo paese?

Le probabilità che questo pasticcio possa collassare sono enormi e la forza della propaganda che si dà in mano agli avversari è altrettanto grande.

Quindi torno a ripetere, l'unica strada percorribile è il ritorno alle urne anche a rischio che tutto resti come ora.

martedì 26 febbraio 2013

Benvenuti nel caos...


Questa è la situazione italiana. Un caos.

Chi ha seguito il mio blog, sa che io condivido molto ma molto poco di quello che dovrebbe essere il programma politico del movimento 5 stelle.

Sono assolutamente convinto che sia inefficace sotto tutti i punti di vista e soprattutto decisamente dannoso dal punto di vista economico.

Gli italiani hanno fatto un vero capolavoro nel mettere praticamente alla pari, centrodestra, centrosinistra e Movimento 5 stelle.

Per fortuna che ho votato Amnistia, Giustizia e Libertà, così facendo parte di coloro che hanno votato per un partito che non è entrato in parlamento posso lamentarmi di brutto su tutti coloro che ci sono entrati e sugli italiani che ce li hanno fatti entrare.

Guardo il quadro d'insieme e dico: il PD è fottuto. Ha una sola possibilità di uscita decorosa dalla situazione. Andare a elezioni.

Infatti, non gli gioverebbe un'alleanza con il PDL che è quella più naturale (sono d'accordo praticamente su tutto e fanno finta di combattersi...), perché gli elettori del PD sarebbero disposti ad allearsi con Hitler, Napoleone e Gengis Khan piuttosto, ma Berlusconi no. Lo stesso vale in maniera opposta per il PDL ma in maniera minore, poiché sono abituati ai cambi di umore del loro presidente.

Peggio che andar di notte per il PD sarebbe un'alleanza con M5S. Sarebbe quest'ultimo a dettare l'agenda e andrebbe quindi a fagocitare l'elettorato del PD, perdendo però tutti quelli che avevano votato per M5S credendo che non si sarebbe alleato con nessuno.

La soluzione migliore? Tornare alle urne, subito.

Qualcuno dirà: sì ma così vincerà il Movimento 5 Stelle...
Appunto...

"Il modo migliore per far abrogare una legge stupida è quello di applicarla in modo rigoroso" Lincoln.

Il modo migliore per mettere in difficoltà il Movimento 5 Stelle è quello di farlo governare, da solo, facendo una dura opposizione.

Qualcuno dirà: "E se poi governa bene?"

Con quel programma economico? Cosa diceva Bersani? Che il giorno dopo ci troveremmo peggio della Grecia? Ecco, appunto...

Qualcuno mi dirà: "E tu vuoi che l'Italia finisca peggio della Grecia?"

Siamo in democrazia e per quanto le idee degli altri possano essere idiote, bisogna rispettarle, quindi che il M5S governi e che l'Italia vada pure alla catastrofe, almeno gli italiani impareranno a collegare la testa alla pancia, qualche volta...

Io intanto mi preparo per le europee del prossimo anno...

martedì 22 gennaio 2013

Italiani, usate la testa...


Bersani dice a Ingroia: "Che sinistra è quella che fa vincere la destra?"

Questa frase di Bersani la dice chiaramente lunga sulla propaganda che il leader della coalizione di centrosinistra intende affrontare.

E nonostante abbia ripetutamente detto che non sarebbe andato dietro a Berlusconi, è proprio quello che invece vuole fare.

Ragionate con me. Che cosa dice in sostanza la domanda retorica di Bersani? Dice chiaramente: "dovete votare per la coalizione di centrosinistra perché c'è il rischio che vinca Berlusconi".

Ora esiste concretamente questo rischio? No. Una differenza di 8 - 10 punti percentuali tra la coalizione di Bersani e quella di Berlusconi rende estremamente improbabile una vittoria di Berlusconi.

Quindi, indipendentemente da come andrà al senato, alla camera, il centrosinistra, a meno di clamorosi autogol e di miracoli, prenderà il 55% dei seggi. Quindi Berlusconi non vince.

Non sarà certo Ingroia a fagocitare 8 - 10 punti percentuali al centrosinistra.

Berlusconi può vincere al senato? Ancora una volta la risposta è negativa. Il massimo che Berlusconi può ottenere è impedire che il centrosinistra abbia la maggioranza al senato, perché verosimilmente al senato entreranno oltre al centrosinistra e il centrodestra, anche i grillini e i centristi di Monti.

Qual è la paura di Bersani? È che Berlusconi raggiunga lo scopo e Bersani si veda costretto a fare un governo di coalizione molto fragile con i centristi col rischio che Vendola si metta di traverso e che si debba affrontare una nuova consultazione elettorale a breve.

Ma quando dice a Ingroia quella frase, Bersani esterna oltre alla sua paura, la mancanza di fiducia nel suo programma.

Già, perché Bersani, non sta chiedendo agli italiani di votare per il suo programma, non sta dicendo agli italiani che il suo programma è il migliore e ci permetterà di uscire dalla crisi, ci sta chiedendo di votare per lui per non far vincere Berlusconi.

Ve lo immaginate voi Obama che dice: "Votate per me per non far vincere i repubblicani."
Obama una cosa del genere non la direbbe mai. Direbbbe, come ha fatto, agli americani: "votate per me perché intendo fare questo, questo e questo..."

Il problema è che in Italia viene considerato normale votare "contro" qualcuno. Cosa che invece è una aberrazione mentale a mio avviso e anche grave.

Io da cittadino voterò secondo coscienza e non me ne frega niente di tutto il resto. Voto per il partito o per il movimento che più si avvicina a quello che penso. Già, perché se inizio a pensare che il mio voto deve essere in funzione di impedire a qualcuno di andare al governo, dovrei turarmi il naso e votare per qualcuno che mi fa appena meno schifo di altri, ma questo non significa che non mi faccia schifo.

Facciamo l'esempio pratico. Se io voglio impedire che Berlusconi vinca, dovrei turarmi il naso e votare per il PD, come sostiene Bersani. Il punto è che poi mi ricordo che nel Lazio, i gruppi parlamentari, alla quasi unanimità hanno deciso di aumentare i fondi ai gruppi regionali, con la sola opposizione dei radicali.

Quindi sul piano pratico, se voto Bersani, voto contro Berlusconi? Io penso di no. E infatti se votassi per Bersani, la mattina sputerei sullo specchio ogni volta che mi vedo.

A questo punto voto per i radicali, che almeno hanno votato contro questo spreco di denaro pubblico.
O almeno voto per qualcuno che alla spartizione non ha partecipato, come può essere Giannino. I più incazzati potrebbero votare per Grillo, ma io no, perché si allontana di molto dalla mia concezione di democrazia, di libertà e di politica industriale ed economica.

Se poi il partito che io voto non vince e vince Berlusconi o Bersani, la colpa è mia?

Io sono più dell'idea che la colpa è di chi li ha votati, perché poi alla fine con la storia di "votate per me per non far vincere Berlusconi" o "votate per me per non far vincere i comunisti" i due partiti non fanno altro che sostenersi a vicenda e poi aumentarsi i fondi quando entrano in parlamento, in regione, in provincia o in comune, alla faccia di tutti gli italiani che per "NON FAR VINCERE" gli altri hanno votato anche turandosi il naso.

Insomma, Berlusconi e Bersani ci dicono che è meglio votare per loro per non far vincere Berlusconi e Bersani. Io penso che sia meglio votare per chi si sia opposto allo sperpero e per chi ha qualcosa da proporre ed è convinto del suo programma e non esterna la paura che siano gli altri a vincere. Questa è la democrazia.

venerdì 11 gennaio 2013

Il grande Spot...

Ok, ieri Berlusconi da Santoro non l'ho visto. Oggi me lo hanno fatto rivedere per forza... non si è parlato d'altro a parte la morte della Melato ( sigh...).
E come sempre, la gente si divide in tifoserie contrapposte... ma adesso vi spiego come stanno le cose e poi non ditemi che io non ve lo avevo detto...
Partiamo da una considerazione. L'antiberlusconismo, per sopravvivere, ha bisogno di Berlusconi. Ieri è andata in onda una trasmissione che ha fatto 9 milioni di telespettatori... povero Bersani, non se l'è cagato nessuno né ieri e né oggi... esiste un solo protagonista: Berlusconi...
Ora chiudete gli occhi e immaginatevi per un momento, Santoro, Travaglio & co. in un mondo senza Silvio Berlusconi da combattere. Ci riuscite?
 
Alfano? Monti? Casini? Bersani? Riuscite a immaginare che uno di questi possa sostituire Berlusconi e attirare le attenzioni di milioni di telespettatori?
 
Provate a dirmi quanti libri venderebbe Travaglio scrivendo di altri che non sia Berlusconi.
 
Quella di ieri è stata una colossale farsa per tastare il polso al paese. 9 milioni di telespettatori... fate attenzione a questo numero...
 
Nei sondaggi la gente mente. Dice che non vuole andare a votare, dice che voterà per Monti, dice che voterà Grillo... e poi... 9 milioni di telespettatori...
 
Credete che quei 9 milioni erano solo telespettatori antiberlusconiani che si immaginavano di vedere Santoro e Travaglio stendere un filo in aria e poi appenderci Berlusconi a testa in giù come fecero i partiggiani con Mussolini?
 
Io dico che un buon 40% di quei telespettatori sono fan di Berlusconi. 3,6 milioni di tifosi di Berlusconi.
 
Il punto è: Berlusconi ieri ha fatto il pieno di tutti i suoi possibili elettori oppure tra quei 2 italiani su 3 ci sono altri che sono pronti a votarlo?
 
Moltiplicando 3,6 milioni x 3 si ottiene 10,8 milioni di italiani, che probabilmente corrispondono a circa il 30% dell'elettorato complessivo, circa 5 punti in più di quello che i sondaggi gli danno.
 
Ve la butto lì, ma questo è proprio quello che Santoro e Travaglio si augurano che accada, altrimenti una trasmisione come quella di ieri non avrebbe alcun senso.
 
Gli antichi romani, che erano saggi, sapevano che il miglior modo di eliminare un avversario, omicidio a parte, era quello di non dargli la possibilità di parlare. Addirittura praticavano la damnatio memoriae come a voler cancellare qualcuno dalla storia e non lasciarne più tracce, alla morte di un personaggio.
 
Allora se qualcuno è veramente "anti" avrebbe applicato questo principio. Invece pur di avere Berlusconi in trasmissione (per mero interesse, che vi pensate...) Santoro ha accettato delle condizioni. A proposito, averlo detto in tramsissione è stato un autogol di Santoro, perché non è Berlusconi a uscirne male, ma Santoro stesso.
 
Se Santoro avesse detto a Berlusconi che se voleva andare in trasmissione doveva farlo senza condizioni, il cavaliere non sarebbe andato, Santoro non avrebbe fatto il suo record personale di ascolti (più di quanto stava in RAI o a Mediaset) e Berlusconi non avrebbe ricevuto il più colossale spot elettorale della sua vita.
 
Ora tutti sanno che il cavaliere è più forte di quanto si immaginava che fosse.
Da questo se ne deduce che Santoro e Travaglio sono "anti" Berlusconi solo a chiacchiere, ma gli augurano ancora una lunga e importante vita politica, affinché loro possano ancora mangiare con il deus ex macchina della politica italiana.
 
Che vi dicevo? Stessa oligarchia. Fanno finta di litigare ma mangiano tutti alla stessa tavola.
 
E in questa mangiatoia Italia almeno Pannella fa i digiuni per i diritti di persone a cui non frega niente a nessuno ed è per questo che avrà il mio voto.
 
Votando gli altri partiti, in un modo o in un altro è comunque un voto che va a Berlusconi.