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domenica 20 novembre 2011

Monti, Berlusconi e la sinistra in trappola...


Diciamo le cose come stanno. Il PD è in un mare di guai, anzi è in trappola.
A sentire i commenti in giro del Giornale, di Libero e soprattutto di Giuliano Ferrara invece sembrerebbe tutto il contrario.

Guardiamo le cose meglio. Berlusconi si è dimesso da presidente del consiglio ed è stato scelto Mario Monti al suo posto.
Chi pensava a una vittoria, alla fine di Berlusconi e in un governo guidato dal centrosinistra si ritrova a sostenere ora un governo dove l'appoggio di Berlusconi e del PDL è determinante.

Qual è l'interesse di Berlusconi e del PDL? Andare a elezioni quando è più conveniente.

Questo il centrosinistra e in particolare il PD doveva prevederlo. A mio avviso hanno sottovalutato la situazione. E ora sono in trappola.

Vi spiego perché.
La speranza della sinistra era che Berlusconi, che aveva dimostrato una ferrea tenacia a non mollare, sentendosi tradito avrebbe chiesto immediatamente le elezioni spaccando il partito. Se infatti avesse chiesto le elezioni, il gruppo dei "prossimi trombati", ossia quei parlamentari che erano sicuri di non essere rieletti, si sarebbero staccati dal PDL e avrebbero appoggiato un qualsiasi governo tecnico che assicurasse loro non solo di prendere il vitalizio, ma di arrivare a fine legislatura.

Questo sarebbe stato il colpo di grazia di Berlusconi che anche se avrebbe potuto gridare al ribaltone e sfruttare l'opposizione a un governo impopolare, si sarebbe trovato tecnicamente fuori dai giochi fino alla fine della legislatura. Anzi, sarebbe apparso ancora di più incattivito e rancoroso.

Si sarebbe in pratica riprodotta la situazione che si era creata nel 1995 con il governo Dini. Berlusconi avrebbe lasciato in mano ai suoi avversari il governo.
Questo era il quadro più favorevole al centrosinistra.

Invece Berlusconi ha deciso di sostenere Monti, nonostante i vari mal di pancia all'interno del partito e dei giornalisti falchi.
Nel farlo però sta fissando dei paletti. Ovviamente si tratta di un bluff. Il PDL non ha alcuna intenzione di sfiduciare Monti se sarà introdotta una patrimoniale o cose di questo genere almeno finché non potrà andare alle elezioni in condizioni favorevoli.
Questi paletti però hanno l'effetto di condizionare anche il campo avversario. Perché ovviamente Monti cercherà di non "scontentare" Berlusconi, cercando di arrivare a compromessi accettabili.
In questa situazione, il PD ha deciso di "distinguersi" non imponendo alcun paletto al governo Monti, quasi come a dire che darà una fiducia in bianco e che qualsiasi cosa farà andrà bene.
Questo significa rinunciare a fare politica.

Quando il governo Monti inizierà a portare in parlamento provvedimenti che metteranno sotto stress l'elettorato soprattutto di centrosinistra inizieranno i dolori. Già appare evidente che l'IDV è in posizione critica e che farà fatica ad appoggiare un governo sostenuto da Berlusconi e che va contro gli interessi del suo elettorato. La probabilità che Di Pietro passi all'opposizione è molto elevata.
Oltretutto quando si parlerà di lavoro e di pensioni buona parte del PD avrà voglia di sostenere le posizioni della CGIL in proposito.

Questo fatto porterà molti malumori nello schieramento di centrosinistra e servirà ai suoi avversari politici a sottolineare il fatto che PD, IDV e SEL possono vincere le elezioni ma poi hanno un'enorme difficoltà a governare insieme.

Dalla parte del centrodestra però la strada è altrettanto complicata dal fatto che alcuni provvedimenti del governo Monti potrebbero scontentare molto la Lega e quindi si potrebbe verificare una spaccatura insanabile tra la Lega e il PDL.
Tutto ciò fa pensare ovviamente alla possibilità che le formazioni attuali siano destinate a sciogliersi e a ricomporsi in modi differenti.

Quello che però fa la differenza è che Berlusconi è attivo e fissa paletti, mentre Bersani sostiene in bianco limitandosi a dire qualche "non sarebbe male se si facesse..." in contrasto ai paletti di Berlusconi. Normalmente chi si mette a trattare ottiene di più di chi non lo fa.

Insomma, io ho l'impressione che il governo Monti possa portare più danni al centrosinistra che al PDL, anche se potrebbe rendere insanabile il rapporto con la Lega.

C'è un motivo fondamentale dunque per il quale non siamo andati a elezioni. Il problema è che la consultazione elettorale non avrebbe garantito una maggioranza politica stabile e si sarebbe dovuto fare una grossa coalizione dopo il voto, solo che il PD avrebbe perso comunque deputati a favore di SEL che sarebbe entrata in parlamento e per di più c'era la possibilità che PD e PDL insieme non riuscissero ad avere il 50% +1 dei parlamentari.
Andare alle elezioni quindi avrebbe significato dover fare una legge elettorale proporzionale alla tedesca come piace a Casini.
Oggi invece PD e PDL potrebbero fare una legge maggioritaria con una larga maggioranza anche se tutti gli altri partiti votassero contro. Avranno il coraggio di farla?

domenica 13 novembre 2011

Senza idee non si cambia nulla...


Berlusconi si è dimesso! Evviva, evviva, ip ip urrà!

Ma sì, lasciamo pure che la gente festeggi, anche se a ben guardare non c'è niente da festeggiare.
Ok, per molti la persona che ha incarnato, secondo le loro idee, "il male assoluto", non c'è niente di più liberatorio di sapere che questa persona non siederà più sulla poltrona di presidente del consiglio.

Tuttavia Berlusconi, non è Hitler e la sua stagione politica non si è conclusa con un colpo di pistola in testa all'interno di un bunker ma, come accade negli stati "democratici" dell'occidente ha rassegnato le sue dimissioni.

Questo semplicemente per riportare la discussione dalla Luna alla Terra. In Italia non c'è stata alcuna dittatura negli ultimi 17 anni in cui Berlusconi è, per dirlo a modo suo, "sceso in campo".

Oggi probabilmente sarà dato l'incarico a Monti, persona dal curriculum eccezionale, non c'è dubbio, ma è uomo che è all'interno di istituzioni bancarie (Goldman Sachs), industriali (Coca-Cola Company), universitarie (Bocconi) e all'interno di organizzazioni mondialiste quali il gruppo Bildberg (di cui si conosce la lista dei partecipanti, ma viene tenuto segreto il contenuto delle discussioni) e la Trilateral Commission.

Cosa significa tutto ciò? Che a mio avviso il curriculum di Monti è sì eccezionale, ma fa comunque parte di una struttura oligarchica di potere.

Molti diranno che Monti è sicuramente meglio di Berlusconi, probabilmente è vero, ma di quale piano stiamo parlando? Dal punto di vista dei comportamenti privati? Dal punto di vista etico-morale?

La differenza in democrazia non la fanno solo gli uomini, ma le idee. Quali sono le idee di Monti? Teoricamente è un liberista di quelli che normalmente la sinistra tende a combattere, quindi da questo punto di vista è più vicino a Berlusconi che a Bersani, ma si sa in Italia la coerenza non esiste.

Il punto però è proprio questo. Per cambiare una nazione servono le idee, oltre che il coraggio. E io sono preoccupato da questo punto di vista, perché se le idee sono quelle di una persona che è all'interno di logiche elitarie e oligarchiche, è ben difficile che cambierà questo paese dando più poteri e partecipazione ai normali cittadini. Chi ha una mentalità elitaria normalmente tende a togliere vincoli alle classi dirigenti e a rendere l'accesso alle medesime sempre più complessa per i normali cittadini.

La Große Koalition all'italiana poi sarà uno spettacolo deprimente in cui la classe politica andrà avanti facendo finta di turarsi il naso per votare provvedimenti che finiranno per togliere una vita dignitosa ai cittadini che saranno i soliti e soli a pagare...

Quando ci renderemo conto che è tempo di prendersi l'Italia e cambiare le regole affinché diventi una democrazia con maggiore partecipazione, maggiore equità e maggiore possibilità di accesso alla scala sociale?
Non è dagli oligarchi che otterremo più democrazia...