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martedì 26 luglio 2011

Risolvere la crisi.

Scrivo questo articolo sia per ribadire quanto detto negli articoli precedenti e sia perché ho avuto nuove idee che possono essere applicate al modello socio-politico-economico attuale.

Il mio sistema si basa su due meccanismi separati. L'OLM (ora lavorativa minima) e i livelli di merito.

In tutti i contratti di lavoro viene fissato il minimo salariale da corrispondere ai lavoratori e questo minimo viene di volta in volta concordato in sede di rinnovo contrattuale.

L'introduzione dell'OLM andrebbe a parificare tutti i contratti di lavoro stabilendo un minimo salariale che è uguale per tutto il territorio nazionale e per tutti i tipi di lavoro.
Tutti i salari, le pensioni, ma anche le obbligazioni e le azioni saranno quindi calcolate in OLM.
Per esempio un salario da 2000 euro lorde al mese con il valore dell'OLM a 8 euro corrisponde a un salario lordo mensile di 250 OLM.
La differenza più importante è che l'OLM non è fisso ma varia, di mese in mese, a seconda dell'inflazione (e di altri parametri che possono essere stabiliti da economisti) in modo tale che se l'inflazione sale l'OLM scende e viceversa.

Dal momento che l'inflazione raramente tende a scendere ma anche se di poco tende a salire costantemente, questo vorrebbe dire che se l'OLM scende da 8 euro a 7,99 euro il salario lordo mensile di 250 OLM corrisponde a 1997,5 euro.
Questo significa che 2,5 euro restano all'azienda invece che al lavoratore.
Ora quei 2,5 euro saranno però tassati due volte. Una volta con le tasse aziendali e una seconda volta con le tasse del proprietario d'azienda.
Questo vuol dire che lo stato intasca più soldi senza mettere altre tasse. Ma vuol dire anche meno spese per lo stato perché anche gli impiegati pubblici costano di meno.

È anche possibile che l'azienda usi i soldi in più che si trova per assumere altre persone, che in realtà è proprio quello che vogliamo che accada, perché in questo modo l'azienda espande la produzione e aumenta l'occupazione e forse l'azienda può anche decidere di diminuire il prezzo dei prodotti e/o dei servizi che eroga.

In parole povere l'OLM produrrebbe uno spostamento della curva d'offerta producendo di più a prezzi più bassi e consentendo allo stesso tempo di aumentare l'occupazione.

Il secondo meccanismo, quello dei livelli di merito ha lo scopo di fare in modo che le persone possano avere a disposizione del reddito aggiuntivo.

Come abbiamo visto, il sistema dell'OLM produce sicuramente una riduzione dei costi dello stato in quanto gli impiegati costano di meno e anche le pensioni. Ma è anche vero che ci sono maggiori entrate fiscali dalle tasse aziendali e dalle tasse sulle persone.
Dal momento che aumentano le entrate fiscali è però vero che diminuiscono i soldi destinati ai consumi generali a meno che la banca centrale non abbia fatto crescere lo stock di moneta, cosa che accade abbastanza spesso.
In ogni caso per lo stato si crea dell'extra gettito rispetto alla situazione standard.
Se uno stato ha fatto una manovra di bilancio per ottenere il pareggio quando il valore dell'OLM era a 8 euro, se il valore dell'OLM scende lo stato avrà un bilancio in positivo.

Ora lo stato può decidere di usare un terzo di questo bilancio extra per ridurre il debito mentre i due terzi può distribuirli ai cittadini secondo un criterio di merito che favorisce sia la competizione che la collaborazione sui posti di lavoro.
Chi avrà livelli di merito più alti riceverà una maggiore quota di reddito rispetto a chi ha livelli di merito più bassi.
In questo modo i lavoratori avranno più reddito da destinare ai consumi.

Come vedete i due meccanismi si tengono insieme perché il primo fa diminuire i costi aziendali e quindi produce un aumento dell'offerta, mentre il secondo produce un aumento dei consumi e quindi produce un aumento della domanda.

La mia idea è quella di legare il valore dell'OLM all'inflazione, ma si potrebbe decidere anche che sia stabilito dalla banca centrale secondo parametri più complessi.

Se si attuassero questi meccanismi la crisi economica sono convinto che potremmo superarla alla grande e anzi, si potrebbe andare verso un nuovo periodo di prosperità.

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