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mercoledì 13 luglio 2011

Crisi economica - La mia soluzione (Parte 2)

Come si può incidere sul lato offerta senza causare una riduzione del numero dei lavoratori e una riqualificazione verso il basso delle capacità dei lavoratori?

Per rispondere a questa domanda però dobbiamo prima parlare della necessità di separare il tasso d'interesse reale dall'inflazione.
Oggi come abbiamo visto, se aumenta l'inflazione le banche centrali cercano subito di contrastarla aumentando i tassi d'interesse.
Più il tasso d'interesse è alto e più rapidamente si creano disparità di reddito tra cittadini ricchi e cittadini poveri. Quindi è necessario fare in modo che i tassi restino bassi.

Per evitare che i tassi d'interesse possano salire per contrastare l'inflazione è necessario trovare un meccanismo che abbia lo stesso scopo e che non coinvolga il tasso d'interesse.

A tale scopo ho inventato quella che io ho chiamato con l'acronimo OLM che sta per Ora Lavorativa Minima. Questo parametro è collegato al valore dell'oro e al tasso d'inflazione.
Di fatto l'OLM esprime una quantità d'oro ma non è scambiabile con questo. L'OLM può essere scambiato con il valore nominale in una determinata moneta (per esempio l'euro) della quantità d'oro che esprime.

Perché collegare l'OLM all'oro? Le ragioni sono molte ma finirei per dilungarmi troppo e deviare dal tema principale.
L'OLM corrisponde al minimo valore lordo che si può corrispondere per un'ora di lavoro.
In questo "valore lordo" devono essere anche compresi i contributi pensionistici.

Per fare un esempio, ipotiziamo che questo parametro esprima una quantità d'oro pari a un valore nominale di 8 euro.
Tutte le azioni, le obbligazioni e i salari verranno quindi espresse in OLM. Per esempio un salario lordo (contributi compresi) di 1000 euro mensili corrisponde a 125 OLM mensili. Un'azione aziendale da 20 euro corrisponde a 2,5 OLM e così via.

In pratica è come se l'OLM fosse una seconda moneta senza però avere la funzione di moneta. Le persone spendono in euro, non in OLM.
Anche se l'OLM è basato sull'oro il suo valore nominale è parametrizzato in modo tale che se il prezzo dell'oro sale o scende è la quantità d'oro che sale o scende cercando di far rimanere il valore nominale in una determinata moneta più o meno costante (per evitare speculazioni).

Ma come è collegato l'OLM all'inflazione? In modo del tutto opposto a quello che la gente potrebbe pensare. Se aumenta l'inflazione l'OLM diminuisce. Se l'inflazione scende l'OLM aumenta. Praticamente stronca sul nascere ogni bolla speculativa e ogni inizio di crisi economica.

Supponiamo che ogni mese il valore dell'OLM venga aggiustato sia per la variazione del prezzo dell'oro e sia per l'inflazione.
Ipotiziamo di partire il primo mese con un valore nominale di 8 euro per ogni OLM e di avere un salario lordo mensile di 1000 euro pari a 125 OLM.

Chiariamo subito un altro punto. Il PIL nominale che si esprime con la formula Y x P dove P sta per livello dei prezzi è pari alla quantità di moneta M moltiplicata per la velocita di circolazione della medesima V.

M x V = P x Y

Il livello dei prezzi è strettamente legato all'inflazione. Se M x V è costante, allora più sono alti i prezzi e minore è il PIL reale, mentre viceversa minore è il livello dei prezzi e maggiore è il PIL reale.

Supponiamo quindi che M x V sia costante, cosa generalmente vera nel breve periodo come potrebbe essere la distanza di un mese.
Supponiamo che tra un mese e il successivo il tasso d'inflazione mensile sia aumentato (come di solito accade) e che quinidi il valore dell'OLM sia passato da 8 euro a 7,99 euro. Questo significa che c'è uno spostamento di reddito dai lavoratori verso le aziende presso cui lavorano. Si tratta di un centesimo per ogni OLM che difficilmente può incidere sui consumi dei lavoratori.
Per il lavoratore che guadagnava 1000 euro mensili quando l'OLM valeva 8 euro e quindi aveva un salario da 125 OLM mensili la perdita si traduce in 1,25 euro in meno di stipendio al mese. Ci si può aspettare una diminuzione della domanda.

Fondamentalmente non incide neanche di molto sui costi di un'azienda. Perché se un'impresa ha 100 dipendenti da 125 OLM mensili ha una riduzione dei costi di 125 euro mensili. Tuttavia se il valore dell'OLM non dovesse subire ulteriori variazioni nel corso dell'anno si avrebbe un risparmio di 1500 euro, che può sembrare poco, ma può significare anche l'acquisto di un paio di portatili in più da parte dell'azienda e quindi la possibilità di aumentare la produttività. Ma può anche significare per l'azienda diminuire il prezzo dei prodotti o dei servizi.

Che succede invece se diminuisce l'inflazione? In questo caso il valore dell'OLM aumenta. Supponiamo che passi da 8 euro a 8,01 euro. In questo caso ogni lavoratore dell'azienda di prima avrà un guadagno di 1,25 euro al mese che con 12 mensilità magari significa un guadagno di 15 euro in un anno. Significa che magari qualcuno vedrà un film di più al cinema comprando popcorn e bevanda.
Di contro per l'azienda significa una perdita di 125 euro al mese rispetto a prima e quindi 1500 euro all'anno nel caso in cui non vi siano ulteriori variazioni mensili del valore dell'OLM.
Questo potrebbe significare per un'azienda magari dover licenziare una risorsa (perché il costo marginale diventa maggiore del beneficio marginale) oppure aumentare il prezzo dei suoi prodotti o dei suoi servizi in modo da poter recuperare i 125 euro mensili in meno.

Dal punto di vista delle attese, sapendo che l'OLM è aumentato per tutti, all'azienda conviene rimanere con la risorsa in più oppure aumentare il prezzo dei prodotti o dei servizi perché ci si può attendere un aumento della domanda che andrà quindi a compensare il mancato introito.

Ma questa distribuzione differente di reddito perché dovrebbe incidere sull'inflazione? Ok, se sale l'inflazione diminuisce il reddito dei lavoratori, ma non è detto che diminuiscano i consumi perché la diminuzione del costo del lavoro intanto può portare a nuove assunzioni inoltre la parte di reddito che rimane alle aziende può essere spesa dalle aziende stesse in altri consumi, oppure finire negli utili e di qui passare ai proprietari che potrebbero quindi aumentare i loro consumi.

Oltretutto sembra anche un'ingiustizia che l'inflazione vada a penalizzare i lavoratori e favorire i proprietari delle aziende.
Vi dimostrerò che non solo i lavoratori alla lunga non saranno penalizzati, ma anche che questo meccanismo è veramente in grado di controllare l'inflazione. Ma questo solo nella parte 3.

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