Pagine

domenica 17 novembre 2013

Redistribuzione ma per merito...


Una volta lo stato costava soltanto un decimo ai cittadini. E molto probabilmente funzionava meglio.

Oggi il livello di pressione fiscale è molto più elevato praticamente in ogni paese democratico occidentale dove ci sono sistemi industriali e commerciali avanzati e lasciatemelo dire, gli stati funzionano molto peggio.

Una volta il comune veniva a raccogliere la spazzatura casa per casa. Oggi siamo noi a dover dividere la spazzatura per la raccolta differenziata e dobbiamo pure pagare una tassa per poi scoprire che magari il sistema di raccolta non funziona poi così bene.

Perché lo stato riusciva a fare prima cose che oggi non riesce a fare nonostante lo stato costi molto di più di prima?

Perché accettando le teorie keynesiane che la spesa pubblica aumenta il livello generale del PIL gli stati hanno cominciato a spendere e a indebitarsi e hanno creato un apparato statale enorme assumendo moltissime persone e aumentando a dismisura le pratiche burocratiche soltanto per giustificare l'utilizzo di queste persone. Persone che per la maggior parte entravano dentro come "favore elettorale".

Due motivi più che sufficienti ai partiti politici per aumentare il consenso. Molto facile aumentare la spesa pubblica e dare lavoro in cambio di voti. Tanto ci avrebbe pensato qualcuno in futuro a pagare i debiti e le generazioni future non votano nel presente.

L'obiettivo della Nuova Democrazia, l'ideologia che ho inventato io è quello di raggiungere uno Stato che torna a spendere poco ma che invece di sprecare denaro in servizi inefficienti che non vengono mai realizzati faccia redistribuzione del reddito secondo i livelli di merito.

Come avevo detto la Nuova Democrazia si basa essenzialmente su due gruppi di assemblee popolari.

1) Assemblee territoriali
2) Assemblee trans-territoriali.

Supponiamo che le assemblee trans-territoriali raccolgano la tassazione derivante da reddito individuale mentre le assemblee territoriali raccolgano la tassazione delle imprese e degli esercizi commerciali.

Supponiamo di avere una tassa unica del 40%.
Supponiamo poi di avere due fondazioni pubbliche. La prima è la Fondazione Istruzione Salute.
La seconda è la Fondazione Ricerca e Sviluppo.

Per i cittadini che decidono di sovvenzionare la Fondazione Istruzione Salute con un 10% del loro reddito, la tassazione si dimezza e di conseguenza invece di pagare tasse per il 40% è come se si pagasse per il 30% (20% tasse + 10% fondazione).

Stessa cosa per le imprese ed esercizi commerciali che finanziano la Fondazione Ricerca e Sviluppo con un 10% dei loro utili.

Inoltre si fa uno sconto del 5% a tutti i cittadini che spendono almeno il 25% del loro reddito in attività sportive o centri benessere o altre strutture per la salute e in medicine. Questo sconto ha un senso in quanto favorisce attività benefiche dei cittadini che sono ancora in salute (e quindi facendo risparmiare i costi sanitari) e favorisce anche quei cittadini che sono malati e si stanno curando.

Dall'altra parte, si fa uno sconto del 5% a tutte le imprese o esercizi commerciali che dimostrano di aver speso il 50% dei loro utili in nuove assunzioni, aumenti di stipendi, rinnovo delle attrezzature e/o in progetti di ricerca e sviluppo.

Di conseguenza si avrebbe uno stato che raccoglie un 25% di tassazione da imprese e cittadini.

La cosa bella è questa. Ogni assemblea che sia territoriale o trans-territoriale deve risparmiare il 20% delle entrate acquistando per esempio titoli di stato non necessariamente del proprio stato in modo da avere all'incirca un tasso d'interesse del 5% all'anno di resa.

Del rimanente 80% che resta alle assemblee, solo la metà può essere utilizzato in spesa. La restante metà va distribuita secondo i livelli di merito dei cittadini dell'assemblea.

Supponiamo che lo stato raccolga 250 miliardi di euro di tasse attraverso le assemblee. Questo significa che 50 miliardi andranno in risparmio e 100 miliardi in spesa pubblica. I restanti 100 miliardi vengono divisi tra i cittadini a seconda del loro livello di merito. Ipotizziamo 40 milioni di lavoratori e pensionati e ipotizziamo una sommatoria di 100 milioni di livelli di merito.

Questo significa che per ogni livello di merito devono essere distribuiti 1000 euro.
Chi ha livello di merito 1 riceverà 1000 euro. Chi ha livello di merito 2 riceverà 2000 euro e così via...

Possono sembrarvi pochi 1000 euro netti ma per molti è come ricevere uno stipendio in più. Inoltre dal momento che maggiore è il livello di merito e maggiore è l'entrata si crea una sana competizione.

Questo è il modello a cui la Nuova Democrazia aspira. Tra questo modello e la situazione attuale c'è molto da lavorare.

Nessun commento:

Posta un commento