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domenica 17 giugno 2012

Qualcuno insegni la matematica a Grillo...

Ok, lo ammetto, mi sono messo a osservare Beppe Grillo che fino a qualche mese fa ignoravo bellamente, non ritenendo possibile che gli italiani, per quanto stufi della classe politica attuale potessero dare retta a uno che ha nelle sue fila sostenitori delle più incredibili tesi di complotto e che lui stesso ne ha appoggiate alcune, in particolare il signoraggio bancario.
Ora Beppe Grillo scrive sul blog che ci vorrebbe un processo di norimberga per tutta la classe politica italiana (Populismo al cubo, sono sicuro che molti pensano che questa idea sia sacrosanta... mi ricorda invece il periodo del terrore durante la rivoluzione francese...).
Scrive Beppe Grillo che lo stipendio e i benefit che percepisce un politico non sono sufficienti per diventare benestanti, inducendo i lettori meno avvezzi con l'uso della ragione, a pensare che quello che i politici guadagnano è frutto di ruberie varie.
Ebbene, un parlamentare percepisce uno stipendio netto di oltre 5.000 euro il che significa un lordo di oltre 10.000 questo senza contare gli altri benefit.
Cavolo, fossero anche solo 5.000 euro nette al mese, alla fine dell'anno, hai uno stipendio netto di 60.000 euro. A fine legislatura sei arrivato a 300.000 euro netti. E questo solo con lo stipendio. Ma il parlamentare ha anche altri benefit e il suo reddito netto arriva anche a 11.700 euro al mese in media, esattamente più del doppio, senza contare che non paga un bel po' di cose, come i biglietti dei treni o i servizi pubblici, che si spostano con l'auto blu e tutte le schifezze che ben conosciamo.
Ora Grillo pensa e scrive che un parlamentare non può ritrovarsi a fine legislatura con un paio di appartamenti in più o con mezzo milione sul conto della moglie. Stronzate, può benissimo. Basta conoscere un minimo di matematica, cosa che evidentemente Grillo non conosce.
Io dico che Grillo è in malafede e racconta stupidagini ai suoi lettori e cerca di far infuriare ancora di più la gente cercando di evitare che usi la ragione. Perché se un cittadino usa la ragione di certo non vota per Grillo. Quanto meno gli verrebbe il dubbio che se Grillo non è in malafede, abbia frequentato le stesse scuole del Trota...

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