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lunedì 18 giugno 2012

Ancora su Grillo e processo di Norimberga...

Nel suo messaggio sulla Norimberga all'italiana, Beppe Grillo ricorda che siamo un popolo civile... ma forse Grillo ha le idee poco chiare sul significato di "civile".

Tanto per cominciare, l'articolo 27 della costituzione italiana dice che la responsabilità penale è personale e che il cittadino (quindi anche il politico) è innocente fino a sentenza definitiva. Anche l'articolo 11 della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo riconosce a ogni uomo il diritto a essere considerato innocente. Inoltre l'articolo 9 della suddetta dichiarazione afferma che nessuno può essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.

Giudicare in modo arbitrario l'intera classe politica italiana, è contrario ai diritti civili.

Ogni cittadino può essere messo a processo solo dopo che nei suoi confronti vi siano, da parte di chi accusa, evidenti indizi di colpevolezza. Indizi che al processo devono essere trasformati in prove di colpevolezza per poter condannare qualcuno.

Non si può mettere a processo tutti i politici e poi pretendere che siano loro a dimostrarsi innocenti. Questo è il contrario della civiltà.

È chi accusa che deve cercare di dimostrare la colpevolezza dell'imputato. L'imputato volendo può anche non difendersi.
In un caso di omicidio, la mancanza di alibi non costituisce una prova di colpevolezza. Una persona può benissimo trovarsi a casa a dormire e nessuno può testimoniare a suo favore. È chi accusa che deve provare (al di là di ogni ragionevole dubbio...) che l'imputato si trovava sulla scena del delitto.

Decidere che un qualsiasi politico debba dimostrare la sua innocenza non è civiltà, è persecuzione politica. È una palese violazione della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.

Diciamo le cose come stanno, mettere sotto processo l'intera classe politica italiana è un'azione dittatoriale che condanna i dissidenti. Come fece Mussolini, come fece Stalin, come fanno tutti i dittatori del mondo.

Il concetto di civile di Beppe Grillo lo trovo alquanto bizzarro. Certo, la prigione al posto della ghigliottina è sicuramente più umana, ma non è che il regime del Myanmar sia più civile perché invece di ghigliottinare Aung San Suu Kyi l'ha messa in prigione per oltre 20 anni...

La verità è che i morti ammazzati, si trasformano in martiri e creano più facilmente le condizioni per scatenare rivolte e rivoluzioni rispetto ai detenuti.

Comunque tutta questa sete di vendetta nei confronti di una classe politica volta al declino è quantomeno ridicola. Ho il dubbio che Grillo abbia bisogno di fomentare l'odio e la rabbia, perché evidentemente ritiene che il programma politico del suo movimento 5 stelle non sia abbastanza stimolante per creare consenso.

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