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mercoledì 1 dicembre 2010

Scenario di gattopardismo italiano.

Quale sarà il futuro scenario della politica italiana?

Ogni cambiamento significativo della situazione politica passa attraverso eventi traumatici. Non sempre questi eventi sono cruenti come nel caso di guerre o rivoluzioni.
Spesso questi eventi nascono in periodo di crisi di sistema: possono essere eventi legati a eventi giudiziari, come il caso di tangentopoli; possono essere eventi di carattere economico; molto più raramente possono essere eventi di carattere culturale.

Questa premessa mi serve per dire che nessun cambiamento vero nasce da lotte interne al potere. La "rivoluzione" non si fa dall'interno e di nascosto al popolo.

Anche una rivoluzione pacifica per avere successo deve essere pubblica e portata avanti con coraggio anche a costo di perdere.
Fatemi un solo esempio di "rivoluzione dall'interno" che abbia mai funzionato nella storia.

Se volete un cambiamento in Italia, dovrete necessariamente andare contro il sistema e non potrete farlo dall'interno perché tutti i cambiamenti prevedono una svolta traumatica.

La situazione dell'Italia oggi potrebbe essere matura per arrivare a un cambiamento. C'è una crisi economica, giudiziaria e perfino culturale. Se non si ha il coraggio oggi di fare veramente qualcosa per mettere in crisi l'oligarchia e spazzarla via, difficilmente la storia ci darà un'occasione migliore.

Se invece prevale lo spirito "ultrà" che è incapace di riconoscere l'esistenza di un'unica oligarchia che controlla tutti i partiti politici ecco cosa accadrà.

Oggi Berlusconi è oggettivamente debole. Il 14 dicembre non solo potrebbe non ricevere la fiducia, ma la consulta potrebbe anche bocciare lo scudo e quindi riaprire i processi che lo vedono imputato.
Diversamente da tutti gli altri soggetti politici se si va a elezioni Berlusconi è costretto a vincere sia alla Camera che al Senato.
Se ciò non avvenisse, Berlusconi si troverebbe in un certo senso espulso dalla politica che conta.

Allo stato attuale delle cose Berlusconi non avrebbe la maggioranza certa in tutti i rami del parlamento e quindi c'è una forte possibilità che la sua stagione politica volga al termine, sempre che la sinistra non faccia in modo di "resuscitarlo" per garantirsi la sopravvivenza.

Già perché anche a sinistra non stanno messi troppo bene. Perché se Berlusconi dovesse diventare marginale, dovrebbero fare qualcosa che non sono abituati a fare: proporre un'alternativa seria e credibile.
Attualmente l'unico programma della sinistra è l'antiberlusconismo. Su tutto il resto sono ampiamente divisi. Soprattutto all'interno del PD le due anime, una ex DC e l'altra ex PCI, faticano a trovare una sintesi e gli stessi elettori faticano ad accettare questa sintesi preferendo scelte ideologiche più "chiare".

Chi sta messo meglio di tutti in questo momento è Casini.
Se si va alle elezioni e la coalizione di Casini supera gli sbarramenti alla Camera e al Senato, e con l'apporto di FLI e API è abbastanza probabile che accada, il gruppo centrista molto probabilmente diventerà determinante per la formazione di un qualsiasi governo.

Al gruppo centrista è sufficiente che al Senato nessuno dei due schieramenti contrapposti riesca a ottenere la maggioranza per vincere politicamente le elezioni e l'obiettivo sembra abbastanza a portata di mano.

A quel punto è molto probabile che Casini ottenga il proporzionale alla tedesca (altrimenti salta il governo) e che si ritorni alle coalizioni di governo post elezioni come avveniva nella prima repubblica.

Come si diceva nel gattopardo: "bisogna che tutto cambi affinché niente cambi".
Dopo 17 anni di berlusconismo e antiberlusconismo alla fine si ritorna da dove si è partiti per manifesta incapacità sia dei berluscones che degli antiberluscones di creare veramente una seconda repubblica.

Se si va a un sistema proporzionale alla tedesca, dite pure addio non solo a Berlusconi, ma anche a Di Pietro, Vendola e Grillo. È probabile che assistermo all'ennesima scissione del PD. È probabile che la Lega fagociterà buona parte del PDL e che ciò che rimane di questo confluisca al centro a formare un partito simile a quello che era una volta la DC.

L'alternativa di questo scenario è che dopo le elezioni PDL e PD per far sopravvivere il bipolarismo si mettano assieme e facciano una legge elettorale a doppio turno alla francese.
Questa ipotesi, che teoricamente salverebbe il bipolarismo, è di difficilissima attuazione agli occhi degli elettori soprattutto del PD che potrebbero ottenere il doppio turno solo in cambio di Berlusconi a palazzo chigi oppure di una legge che salva lo stesso dai processi.

In entrambi i casi a vincere è l'oligarchia.

Evitare entrambi gli scenari è al momento fantascienza. La coalizione di centrosinistra difficilmente potrebbe vincere in entrambe le camere per via del fatto che è costretta a tenere fuori alcuni partiti dalla coalizione per mantenere non solo gli equilibri interni al PD ma anche per non doversi trovare nella situazione del 2006.

Più facile che a vincere in entrambe le camere sia Berlusconi soprattutto se riesce a recuperare parte di quell'elettorato che oggi sembra indirizzato verso FLI. Ma se questa ipotesi dovesse verificarsi, per tutti gli altri schieramenti sarebbe la fine. Vedremo letteralmente andare in pezzi tutti gli avversari di Berlusconi e forse a quel punto la rottamazione di Renzi avrà finalmente luogo.

Il timore dell'ultima ipotesi è quello che porterà i parlamentari a cercare di evitare le elezioni a ogni costo e a cercare di fare qualcosa per garantirsi la futura sopravvivenza.
Prevedo che il 14 a qualcuno dell'opposizione possa venire un attacco di diarrea fulminante al momento del voto alla camera.

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