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domenica 21 novembre 2010

Iniziamo...

Anno 2010. Quando ero bambino si diceva che il mondo sarebbe stato profondamente differente nel 2010. Probabilmente avremmo avuto una colonia sulla Luna e avremmo viaggiato verso Marte e gli altri pianeti del sistema solare.

Non solo tutto ciò non si è avverato, ma il mondo è rimasto sempre lo stesso. Le società sono rimaste sempre le stesse. Se è vero che sono cadute le ideologie totalitarie del novecento, è altrettanto vero che le democrazie liberali si sono trasformate ormai da tempo e sotto gli occhi di tutti, anche se non ne abbiamo preso pienamente coscienza, in delle vere e proprie oligarchie che controllano totalmente i partiti che dovrebbero garantirci quella democrazia in cui il popolo dovrebbe essere sovrano.

Le elezioni sono una farsa in cui i candidati sono espressione della stessa oligarchia di potere, non importa da quale partito politico essi siano appoggiati.
Forse si salvano solo quei candidati appoggiati da partiti di cui nessuno ha mai sentito mai parlare e che si trovano "stranamente" sulla scheda elettorale quando andiamo a votare.

Finché penseremo che i problemi della politica possono risolversi andando a votare questo o quell'altro partito, faremo proprio il gioco degli oligarchi.

"Bisogna che tutto cambi affinché nulla cambi" dicevano nel gattopardo.

Dobbiamo usare la ragione. Ma usare la ragione non significa urlare contro i partiti in modo generico. Non significa nemmeno individuare un preciso avversario da abbattere perché l'oligarchia è ovunque, non in un partito, in una coalizione o solo in alcuni partiti. È ovunque. È a destra come è a sinistra e come è al centro.

Se ce l'hai a morte con Berlusconi, con la sua coalizione e l'unico desiderio della tua vita è quello che lui vada in galera e ridotto alla miseria e che la sua coalizione sia distrutta definitivamente, allora stai combattendo per l'oligarchia.

Se ce l'hai a morte con quelli di sinistra, con i comunisti, gli ex comunisti, i post comunisti, i catto-comunisti, il socialismo, i centri sociali e le zecche, allora stai combattendo per l'oligarchia.

Se non ce l'hai né con Berlusconi e né con i comunisti, ma ritieni che l'unica soluzione possibile sia quella di fare un governo di salvezza nazionale, una grande ammucchiata con tutti dentro per fare uscire l'Italia dalla crisi, allora stai combattendo per l'oligarchia.

Se viceversa sei uno che ha capito che Vendola, Grillo, Di Pietro, Bersani, Rutelli, Casini, Fini, Bossi, Berlusconi e Santanchè, con tutti i loro affiliati, non hanno fatto nulla di concreto per rendere più democratico questo paese ma che anzi o hanno portato avanti proposte di legge che vanno in direzione esattamente contraria alla democrazia oppure hanno alzato la voce contro bersagli "sbagliati" senza fare nulla di concreto a favore della democrazia, allora è l'oligarchia che ti combatterà.

L'unico modo per difendere la democrazia è avere una mentalità democratica. Democrazia non significa "votare". Democrazia è prima di tutto la possibilità per un cittadino qualsiasi di poter partecipare alla vita politica della nazione indipendentemente dalle sue possibilità economiche. Se seguiamo la logica, significa che la competizione politica deve essere a costo zero.
Più una competizione politica diventa costosa e più l'intero sistema finisce in mano agli oligarchi.

So di dire una cosa impopolare, ma la riduzione del numero dei parlamentari, per esempio, non solo è un messaggio della propaganda dell'oligarchia (meno gente da controllare) ma di fatto rende più costose le competizioni elettorali, poiché il numero degli elettori per singolo seggio aumenta e più sono gli elettori e più soldi bisogna spendere per "arrivare a tutti".
Provate a pensarci.

4 commenti:

  1. Per ora Nettie ti faccio un in bocca al lupo per il blog, poi me lo leggo con calma per ora un consiglio tecnico. Per quanto bello cambia sfondo. Rende non molto leggibile il contenuto...

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  2. Grazie! ^___^

    Per quanto riguarda lo sfondo, ho subito provveduto, sono in fase prove! ^___^

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  3. Tecnicamente: Finalmente ci siamo. Lettura riposante e tema gradevole.

    Contenuto: IMHO Utopistico, ma non in senso negativo, anzi, presi come siamo dai problemi "terra terra" abbiamo perso di vista il futuro, ci stiamo guardando l'ombelico, non stiamo guardando avanti. Non abbiamo un progetto.

    Dici che la riduzione del numero dei parlamentari farebbe comodo all'oligarchia.
    Essendo meno, per comprarli tutti spenderebbero meno. :-P

    Pero' sinceramente che siano 500 o 1000 non cambia poi molto quando i parlamentari sono "ricattabili", ed oggi si diventa parlamentari solo se si è ricattabili.

    Questa legge non va bene perche' non permette di scegliere il proprio candidato.

    Ma non va bene nemmeno la legge precedente perche' non c'e' modo di impedire che il voto al candidato sia comprato.

    Ed entrambe le leggi vanno pro-oligarchia...

    E come se ne viene fuori?

    Dici agendo democraticamente. Partecipando attivamente alla vita politica del proprio paese, della propria città, della propria nazione.

    Per fare questo ed e' un disegno meraviglioso, pero' ci vuole coscienza, coscienza di sé e della comunità, bis
    Perché il giochino non funziona più quando tot persone per i motivi più disparati si disinteressano alla "cosa" comune.

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  4. Personalmente sono convinto che già il mattarellum era una pessima legge. Questa legge elettorale fa ancora più schifo, ma sono convintissimo che se modificheranno la legge elettorale riusciranno a peggiorarla.

    Per quanto riguarda il numero dei parlamentari non dobbiamo perdere di vista l'intero del problema soffermandoci sulla parte.

    Se diminuisce il numero dei parlamentari è molto più complesso per un cittadino indipendente riuscirsi a farsi eleggere perché mentre per l'oligarchia non è un problema foraggiare i propri burattini, per un cittadino indipendente trovare fondi per sostenere una campagna elettorale di queste dimensioni diventerebbe un problema enorme senza "scendere a patti".

    L'unica soluzione sarebbe costruire un sistema elettorale a costo zero basato su assemblee popolari.

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