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lunedì 7 febbraio 2011

Vincere il male assoluto.

Sono ancora in fase di prove video. Questa volta ho usato alcuni consigli di Walter e ho buttato giù una bozza delle cose da dire, usando una sorta di gobbo da un sito. Il problema è che non vedendo la mia immagine non riesco a leggere guardando nella camera perciò questo si nota. Fa niente, si prova... ^____^

Ho deciso di riportare sotto il video anche il testo di quello che ho detto.



Riprendo la tematica del cittadino critico, per via di un commento che ho ricevuto a seguito dei video precedenti.
Il tema è uno dei più classici. Di fronte alla scelta tra salvare la democrazia oppure far arrivare al potere un rappresentante del male assoluto, dovremmo ancora perdere tempo a cercare la persona, il partito o la coalizione migliori, oppure conviene turarci il naso e votare per chi può vincere contro questo male assoluto?
Questo argomento nel 99% dei casi serve solo a giustificare il proprio voto da tifosi. Io devo votare così perché non voglio mandare al potere quella persona, quel partito o quello schieramento che per me sono il male assoluto.
La soggettività di questa dichiarazione fa sì che qualsiasi schieramento possa indicare nel suo diretto concorrente una manifestazione del male assoluto.
Ora è chiaro che nel restante 1% dei casi la cosa migliore da fare è appunto salvare la democrazia e schierarsi contro il male assoluto, ma è chiaro che servono dei dati oggettivi che indicano, al di là di ogni ragionevole dubbio, che ci troviamo di fronte a un pericolo da combattere a tutti i costi.
Lo dico subito a scanso di equivoci. In Italia tutti i partiti maggiori sono stati al governo in questi 17 anni, alternandosi tra loro. Questo smonta già in partenza qualsiasi deriva dittatoriale e di conseguenza qualsiasi ipotesi di esistenza di un male assoluto.
Di conseguenza in Italia qualsiasi dichiarazione di voto contro il male assoluto deve inquadrarsi come giustificazione del proprio voto da tifoso.
Ovviamente la debolezza di questa affermazione sta nel fatto che non sempre quello che non si è mai verificato fino a oggi non si verificherà neanche in futuro, ma ovviamente le probabilità che questo accada sono piuttosto basse.
Tuttavia volevo sottolineare il fatto che è proprio il cittadino che vota con spirito da tifoso, quindi schierandosi apertamente, a favore di qualcuno o contro qualcuno, che getta le basi per l’ascesa di uomini, partiti e schieramenti che contengono al loro interno il seme del male assoluto.
Infatti quando salgono i toni dello scontro politico e le opposte fazioni si incattiviscono le une contro le altre, accade che si perde la ragione e si usano mezzi sempre più estremi all’interno dello scontro. Questo porta alla nascita di leader e di movimenti politici che tendono a caricare ancora di più gli animi con idee sempre più estreme e che vengono accettate passivamente perché giustificate dal contesto.
Alla fine senza nemmeno accorgersene, quando una delle parti prevarrà ci troveremo tutti sotto un nuovo dittatore che i tifosi, ormai con la ragione offuscata dall’esaltazione, osanneranno come il nuovo salvatore della patria.
Analizzando questi fatti appare chiaro che il metodo migliore per evitare di trovarsi in una situazione di questo genere consiste nel fare in modo che non si prenda questo circolo vizioso degli uni contro gli altri armati.
Ancora una volta, l’atteggiamento del cittadino critico di fronte alla questione è vincente rispetto a quello del cittadino tifoso.
Il cittadino critico, andando a selezionare le persone migliori, i partiti migliori o gli schieramenti migliori che hanno le idee migliori, non fa che elevare i contenuti della dialettica politica, mentre il cittadino tifoso li peggiora notevolmente.
Allora io vi invito a riflettere nuovamente su quanto sia inutile ma soprattutto deleterio l’atteggiamento da tifoso. Diventando tifosi non fate altro che diventare delle pedine manovrabili, perdete il vostro potere contrattuale e rischiate di far precipitare la dialettica politica in un circolo vizioso dove alla fine ci si trova tutti sotto un dittatore.
Il modo migliore di battere il male assoluto è quello di non alimentarlo attraverso la dura contrapposizione, ma contrastarlo attraverso la scelta di ottime idee e di ottimi candidati. Infatti più sale il livello ideologico e razionale della politica e maggiore è il beneficio per tutti.
Vi invito a riflettere su una questione semplice. Le dittature e gli imperi del male, per funzionare hanno bisogno di imporre alle persone delle regole che, se si fosse in democrazia, molto probabilmente verrebbero abolite con un referendum. Allora come fanno le dittature ad avere intorno a loro, almeno nelle fasi iniziali un enorme consenso popolare?
La realtà è che dittature e imperi del male hanno il consenso, perché i cittadini arrivano a livelli di esasperazione tali da accettare qualsiasi cosa che possa rappresentare la speranza di un futuro migliore rispetto a quello che vedono intorno a loro.
Se invece di far avanzare politicamente quelle persone, quei movimenti, quei partiti che hanno le idee migliori e costruttive, ma si continua a dare il voto a chi lo scontro lo alimenta perché non ha idee e quindi deve distrarre il popolo continuamente, si finisce inevitabilmente in questo circolo vizioso.
Diventare cittadini critici, disposti a votare solo le persone migliori sulla base delle loro idee riguardo la visione della società è la nostra unica salvezza di fronte a quello che vediamo tutti i giorni davanti ai nostri occhi quando ci colleghiamo a internet, quando leggiamo i giornali e quando guardiamo la televisione.
Perché il miglior modo di difendere la democrazia è quello di rafforzarla con l’ingresso nel dibattito politico di nuove idee che costringono tutti i movimenti politici a preoccuparsi maggiormente dei bisogni del popolo.
In una nazione come l’Italia, dove il numero dei tifosi è notevolmente superiore a quello dei cittadini critici, il ricambio politico è totalmente assente, perché essendoci una pressoché nulla variabilità all’interno del corpo elettorale, i cittadini continueranno a votare le stesse persone, gli stessi partiti e le stesse coalizioni, qualsiasi cosa accada.
Non si può pretendere che un tifoso della Roma passi dall’altra parte e tifi per la Lazio perché un tifoso è un tifoso, rimarrà sempre tale. Allo stesso modo, gli elettori tifosi di centrodestra e centrosinistra, ma anche quelli di centro, resteranno sempre tifosi e quindi continueranno a votare per i loro schieramenti qualsiasi cosa accada.
Per uscire dalla palude occorre che siano i cittadini a cambiare atteggiamento, non i partiti politici. Se non cambia la mentalità del popolo, se i cittadini non riescono a vedere che questi partiti ormai non rappresentano altro che se stessi e non il popolo, siamo condannati o a rimanere nella palude o a finire sotto una nuova dittatura o un nuovo impero del male.
Noi possiamo porre fine a tutto ciò, ma dobbiamo cambiare. Dobbiamo rinunciare a tifare e dobbiamo trasformarci tutti in cittadini critici pronti a far avanzare nuove idee, nuove persone e nuovi movimenti, perché solo così potremmo salvare la democrazia e migliorare il dibattito politico.

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