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domenica 24 agosto 2014

No a questa riforma costituzionale...


Con questa riforma della costituzione e con quello che si sente a proposito della legge elettorale, ci stanno togliendo la democrazia e la libertà di scelta.
È un segno di intelligenza dubitare di quello che vi sto dicendo, per questo io vi invito a leggere la riforma della costituzione. Fatelo e avrete la certezza che io vi sto dicendo il vero.
Mi rivolgo a tutti, anche ai giovani che ancora devono maturare l’età per il voto. Leggete la riforma della costituzione e seguite il mio ragionamento.
Ci dicono: basta col bicameralismo paritario.
La domanda è semplice: al di là dei modelli adottati nel mondo, perché dovremmo rinunciare al bicameralismo paritario?
Ci dicono: due camere che fanno la stessa cosa fanno perdere tempo.
Bugia numero 1. Probabilmente ora starete pensando che sono pazzo, ma riflettete: quante sono le leggi in Italia? In UK sono 3500 circa. In Germania 5500 circa. In Francia circa 7000. In Italia non si riesce nemmeno a saperne il numero con certezza. C’è chi dice oltre 50.000 e chi arriva perfino a 300.000 leggi.
E meno male che il bicameralismo paritario fa perdere tempo. In Italia si fanno troppe leggi e soprattutto fatte male. Con due camere si dovrebbero fare leggi più lentamente ma migliori di quelle che vengono fatte da una camera sola. E allora perché si fanno così tante leggi? Il problema è il governo, non il parlamento. La maggior parte delle leggi sono decreti legge trasformati poi dal parlamento in leggi ordinarie.
E l’uso del decreto legge da parte del governo è eccessivo. Negli Stati Uniti il Presidente può fare decreti legge solo con l’autorizzazione del parlamento. Come a dire: se non riusciamo a trovare un accordo deleghiamo il Presidente. In Italia invece il governo ha potere di fare decreti legge a suo capriccio.
Allora se il problema sono i decreti legge, si cambiano i poteri del governo? No, si riforma il senato… classico esempio di come l’attuale classe dirigente vive in una realtà tutta sua ed è incapace di vedere quali siano i reali problemi.
Ci dicono: il bicameralismo paritario è un’anomalia italiana e le maggiori democrazie europee hanno un bicameralismo differenziato.
Domanda: ma perché dobbiamo preoccuparci dei modelli parlamentari europei? Il problema è l’intreccio tra esecutivo e legislativo, non il modello parlamentare. Inoltre, negli USA c’è il bicameralismo paritario. Perché dovremmo prendere a modello la Germania che nella sua storia ha prodotto il Nazismo e non dobbiamo prendere a modello gli USA che non hanno mai ceduto a derive autoritarie? Negli USA tutti gli stati, escluso il Nebraska hanno un sistema bicamerale paritario.
Ma ipotizziamo per il momento di accettare l’idea del bicameralismo differenziato. Ipotizziamo un senato eletto su base territoriale. Perché non dovremmo avere un senato elettivo?
Ci dicono: se il senato è elettivo è necessario che dia la fiducia al governo.
Dove sta scritto? Non esiste alcuna regola che obblighi una camera eletta a dare la fiducia. Si viene eletti per fare un altro ruolo, non per determinare il governo.
Ci dicono: un senato elettivo non può essere rappresentante dei territori.
Ancora una volta, dove sta scritto? Negli USA il senato rappresenta gli stati federali. E ogni stato ha due senatori in modo che i piccoli stati non siano prevaricati da quelli grandi e popolosi. Il Senato degli Stati Uniti è elettivo.
Ci dicono: in Germania e in Austria la camera alta è eletta con elezioni di secondo grado.
E quindi? Noi dovremmo tornare indietro e abbandonare il voto popolare, segno di maggiore democrazia per adeguarci a paesi che ne hanno meno?
Basta con questo servilismo schifoso verso i paesi stranieri. L’Italia non ha nulla da invidiare in quanto a storia, civiltà e cultura. Il nostro patrimonio artistico non ha pari. Che facciamo, ci tagliamo il patrimonio artistico perché in Germania ne hanno di meno e a noi costa troppo mantenerlo? Che facciamo ci riduciamo la storia per averla al pari della Germania? E perché dovremmo perdere il diritto di votare per il senato? Per adeguarci alla Germania che è meno democratica di noi? Basta con il mettersi proni davanti agli stati della UE. L’Italia è probabilmente la nazione più democratica tra quelle dell’UE.
Se proprio dobbiamo modificare la costituzione prendiamo a modello nazioni più democratiche di noi, come la Svizzera o gli USA.
Negli USA, il Senato è diventato elettivo nel 1913. Sono passati da elezioni di secondo grado a elezioni dirette. Nessuna nazione è mai passata, che io sappia, da elezioni dirette a elezioni di secondo grado. Oltre che un limitare la libertà dei cittadini e diminuirne la democraticità è anche una cosa stupida, perché allontana il popolo dalle istituzioni che non le riconosce come tali.
In ogni caso, nelle nazioni dove ci sono le elezioni di secondo grado, il sistema elettorale a tutti i livelli è proporzionale senza premio di maggioranza con al massimo l'uso delle soglie di sbarramento che sono uguali per tutti poiché non sono ammesse coalizioni predeterminate.
In Italia c’è il premio di maggioranza ovunque cosa che rende del tutto inadatte le elezioni di secondo grado.
Come se non bastasse le elezioni di secondo grado sono state introdotte anche per le province, o meglio, per le città metropolitane e le Aree Vaste. Perché si doveva dire che si erano abolite le province, ma le si reintroduce cambiando loro il nome.
Se prima come cittadino italiano potevo esprimere il voto per comune, provincia, regione, camera e senato, se passa questa riforma potrò votare solo per comune, regione e camera. Quindi il mio potere di voto si riduce del 40%.
Ma in realtà mi si priva anche della libertà di votare per comune e provincia per due liste diverse come per regione e senato. Io teoricamente prima potevo votare 5 liste diverse. Se passa la riforma potrò votare al massimo per 3 liste diverse e sono condizionato dal fatto che il voto per il comune serve a eleggere anche la provincia e quello della regione anche il senato.
Questa riforma che per me è incostituzionale, penalizza le liste civiche rispetto a movimenti e partiti. Dal momento che un voto per il comune implica un voto anche per la provincia (o come hanno deciso di chiamarla…) votare per una lista civica comunale mi rende più difficile capire poi come voterà una volta eletta per la provincia. Supponiamo che una lista civica esprima un programma condivisibile per quello che vuole fare per il comune, ma abbia idee che non mi piacciono su come gestire la provincia. Come faccio a votare?
Lo stesso vale per la regione e il senato anche se teoricamente il senatore comunque si occupa di affari regionali.
Come vedete questa riforma mi complica la vita, perché non ho più la libertà di scegliere in modo separato. Da questo punto di vista i partiti e i movimenti sono favoriti poiché la maggioranza delle persone non vota, ascoltando tutti e facendosi un’idea di ciò che è meglio, ma vota per abitudine o per protesta.
Meno democrazia, meno libertà, meno sovranità. Perché dovrebbe starci bene una riforma del genere?

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