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sabato 2 aprile 2011

Il paese della paura.

Da qualche giorno, dimenticata in parte la paura del nucleare, in Italia e in Europa, si sta affacciando una nuova paura, quella degli immigrati.

Partiamo dal concetto che gli immigrati sono uomini come tutti noi, solo un po' più sfortunati. Partiamo anche dal concetto che la maggior parte degli uomini sono per natura delle brave persone. L'immigrato non fa eccezione.
La maggior parte di loro sono brave persone.

E come la maggior parte delle persone chiede solo di poter avere una vita decente.

Ci tengo a specificarlo perché sento troppo spesso le parole "perché non se ne stanno a casa loro?" oppure "perché dobbiamo prenderci quella gente lì?".

Vi ribalto le domande... voi ci andreste a vivere, adeguandovi al tenore di vita, in quella che chiamate "casa loro"?
Se la risposta è no, perché quelle persone dovrebbero fare qualcosa che voi non sareste disposti a fare?
Dove sta scritto che la bella vita la devono fare solo gli europei, gli italiani oppure semplicemente i piemontesi o i lombardi, mentre i tunisini si devono adeguare alla miseria?
Dove sta scritto?

Ancora più stupide sono le parole "quella gente lì". Perché noi che gente siamo? Siamo quelli che hanno fatto in modo che i prezzi alimentari salissero al punto che "quella gente lì" non ce la fa a vivere nei loro paesi, o a "casa loro" come qualcuno dice.

In Tunisia si sono ribellati al regime di Ben Alì e cosa hanno concluso al momento? Che c'è un regime diverso dove ci sono inclusi anche ministri del vecchio regime.
Certo, potrebbero benissimo fare una guerra civile, come in Libia, così almeno nessun leghista avrebbe la scusa imbecille per dichiarare che lui vuole i profughi e non i clandestini.
Con una bella guerra civile in Tunisia tutti i tunisini diventerebbero automaticamente profughi.

La verità è che se ci fosse una guerra civile in Tunisia, i leghisti inventerebbero una scusa qualsiasi per dire che devono essere respinti.

La verità è che nel nostro paese è vincente la cultura della paura. E sono i partiti politici ad alimentarla.
Tutti i partiti politici.
Finché noi ci faremo dominare dalla cultura della paura saremmo incapaci di risollevarci e costruire una società nuova.
La più potente e durevole società dell'occidente, la civiltà romana, era una società inclusiva che lasciava ai popoli conquistati la possibilità di mantenere i loro usi e costumi e perfino il loro culto, se queste cose non si opponevano alla stabilità della società romana.

Il cristianesimo fu perseguitato per due motivi: 1) perché predicava contro la schiavitù e quindi minava le fondamenta economiche della società romana. 2) perché disconosceva ogni altro culto religioso, compresa la divinità dell'imperatore, creando quindi delle tensioni sociali tra gruppi che seguivano culti differenti.

Il cristianesimo era socialmente destabilizzante per la società romana, ma alla fine si impose non perché i cittadini improvvisamente vennero fulminati tutti sulla via di Damasco come San Paolo, ma perché le società basate sullo schiavismo sono destinate a fallire sotto la pressione di enormi costi sociali.

L'islamismo potrebbe essere ugualmente destabilizzante per la cultura occidentale, se non fosse che i costi sociali delle società islamiche sono superiori a quelli delle società laiche occidentali.
Infatti in Africa e nel medio oriente non è in atto una rivoluzione basata sulla religione, ma è una rivolta laica.
Maggiori sono i costi sociali di una società e maggiori sono le probabilità che quella società fallisca.
Di conseguenza ci sono più probabilità che fallisca una società islamica piuttosto che una società laica.
La ragione è semplice. Maggiori sono le libertà che si concedono ai cittadini e minore saranno i costi sia economici che sociali della società stessa, pertanto a società libere corrispondono generalmente società più ricche.

Dobbiamo essere consapevoli di queste cose, perché noi dobbiamo cercare di costruire società più libere e aperte culturalmente per vincere contro modelli di società che invece liberi e aperti non sono.

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