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mercoledì 7 settembre 2011

Appello al presidente della repubblica Napolitano.

Presidente,

la situazione economica è gravissima, siamo chiamati a fare enormi sacrifici per salvaguardare non solo l'Italia dal fallimento, ma anche per continuare a sperare che la moneta unica regga.

La situazione politica è quella che è: una tragedia. Mai visto uno stallo di questo tipo.
La manovra economica che ha appena superato la fiducia del senato è una manovra depressiva per l'economia e può portare oltretutto all'aumento dell'inflazione.
STAGFLAZIONE, una parola che è un incubo.

Possibile che nonostante la crisi sia di questa portata da nessuna parte del mondo si organizzano dei think tank economici in cui gli economisti di tutto il mondo si chiudono in una stanza e cercano di trovare delle soluzioni economiche nuove?

Le crisi economiche si risolvono tutte allo stesso modo: facendo lavorare la gente e facendo in modo che i redditi più bassi ricevano del reddito aggiuntivo.

C'è forse un provvedimento in queste manovre che va incontro a questi due principi? Non mi pare proprio.
Ok, lo stato deve ridurre il suo deficit e andare in pareggio di bilancio, ma se non si fa in modo che le persone possano lavorare e se non si fa in modo che i più deboli possano avere più reddito e quindi far ripartire i consumi, la coesione sociale di questo Paese salterà in aria.

Presidente, cominiciamo da qui, cominciamo dall'Italia a cercare una soluzione. Lei ormai è l'unica istituzione di questo Paese a rappresentare la coesione nazionale e quindi proprio in nome di quella coesione che lei rappresenta, può fare in modo che si faccia un think tank economico con economisti di maggioranza, di opposizione e se esistono anche indipendenti. Un think tank che sia aperto a idee che provengono da persone comuni come me.

La circolazione e il confronto delle idee è da sempre il motore dello sviluppo e della democrazia.
È chiaro che le scelte di politica economica sono scelte politiche, fatte dall'esecutivo e dal parlamento, ma visto che da quelle parti sono a corto di idee, facciamo in modo che gli arrivino dal popolo.

Io personalmente ho diverse idee che possono aiutare lo sviluppo di questo Paese, ma io sono una persona comune e vorrei poter avere la possibilità di discuterne con economisti e vorrei poter avere anche l'illusione che i miei progetti possano avere davvero una possibilità di essere utilizzati.
Ecco perché un think tank aperto a soluzioni provenienti dalle persone comuni sarebbe auspicabile, perché poi il think tank potrebbe suggerire le proposte al parlamento.

Qui non si chiede di scavalcare i ruoli e le competenze di ogni istituzione. Alla fine decide sempre il parlamento e la maggioranza, ma almeno si dà ai cittadini l'illusione e la speranza di poter fare veramente qualcosa per questo Paese.

Presidente, io qui sono una voce che parla nel deserto e dubito che il mio appello possa essere letto, ma almeno io ci provo.

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