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martedì 17 maggio 2011

Elezioni - qualcosa cambia...

Queste elezioni amministrative hanno dato un segnale di cambiamento. Un cambiamento formale ovviamente, non sostanziale.

La sostanza non cambia. La partitocrazia è sempre viva e allo stesso modo l'oligarchia di potere che la comanda.
La mia posizione sulla politica italiana rimane la stessa. Non siamo in una vera democrazia. I cittadini sono liberi di votare, ma ci sono ancora enormi condizionamenti sulla competizione politica vera e propria.

Finché non ci sarà un sistema elettorale a costo zero, il nostro paese sarà sempre un'oligarchia.

Tuttavia un cambiamento formale c'è stato. Le elezioni amministrative hanno segnato a mio avviso l'inizio della fine politica di Silvio Berlusconi.
Perché se in una delle roccaforti del centrodestra, non solo si è andati al ballottaggio ma addirittura il centrodestra ci va in svantaggio, questo non può essere imputato solamente a una infelice mossa del sindaco Moratti.
Berlusconi ci ha messo la faccia. Ha chiesto che l'elezione diventasse un referendum su di lui e ha perso.
Poche chiacchiere. A Milano, la sua Milano, Berlusconi ha dimezzato il numero delle preferenze personali. Una sonora pernacchia da parte degli elettori delusi.

Ci sono situazioni che a volte diventano delle effigi, dei simboli di ciò che accade. Ad Arcore vince il centrosinistra anche se si andrà al ballottaggio.

Una volta, sconfitte di questo genere portavano a una conclusione scontata. Le dimissioni.
Perché una volta gli uomini di partito sapevano di venire dopo il partito. Se un politico ci metteva la faccia e perdeva, per non nuocere ulteriormente al partito, sapeva che doveva farsi da parte.
Berlusconi lo fara? Ne dubito.
Il PDL avrà il coraggio di dimissionare Berlusconi? Ne dubito.

Non c'è dubbio che Berlusconi è diventato ormai il collo di bottiglia, l'ostacolo principale di ogni azione politica. La gente si è stufata. Non è più disposta a fargli fare i suoi comodi senza ricevere nulla in cambio.
Se il centrodestra vuole sopravvivere, paradossalmente deve accelerare il dopo Berlusconi. Deve sfiduciarlo e nominare un altro presidente del consiglio al suo posto, facendo rientrare nella coalizione anche FLI e UDC. Ovviamente questo per il PDL e la Lega Nord significa dover ingoiare badilate di rospi, ma è l'unico modo che hanno per far capire al loro elettorato che hanno imparato la lezione.

Significherebbe sfruttare i due anni della legislatura per fare riforme a favore dei cittadini, lasciando Berlusconi al suo destino.

Queste elezioni inoltre hanno messo in evidenza il fatto che l'opposizione vince perché perde il centrodestra e in particolare perde Berlusconi. Lo si evince dagli strani risultati di Bologna e di Napoli. A Bologna il movimento 5 stelle prende quasi il 10% dei voti. A Napoli il candidato ufficiale del PD non va nemmeno al ballottaggio dove la gente ha preferito dare il voto a De Magistris.
Che sia un forte segnale di protesta contro Berlusconi, piuttosto che una ritrovata capacità del centrosinistra di "far sognare" il suo elettorato è evidente.

Perché la realtà è che non c'è un progetto di centrosinistra nel paese. C'è un vento di protesta, sì. C'è un forte antiberlusconismo, ma di proposte concrete, di visioni unitarie di un futuro migliore non se ne vede. Con buona pace di Bersani, non ha vinto realmente lui. Ha semplicemente perso Berlusconi.

Un po' come la formula 1 all'ulitma gara dell'anno passato. Vettel è diventato campione del mondo perché Alonso non è arrivato almeno al quarto posto. Di conseguenza Vettel è diventato campione del mondo perché Alonso ha perso il titolo che aveva ormai in tasca. Perché è chiaro che Vettel non ha demeritato, ma Alonso ha perso il titolo a causa di un errore di strategia della squadra e non perché non aveva alcuna possibilità di arrivare almeno al quarto posto (cosa che sarebbe accaduta se la squadra non lo avesse fatto entrare ai box prematuramente per marcare Webber ).

Se dal punto di vista sostanziale dunque non cambia nulla, con un'oligarchia ancora imperante e con il popolo che non conta un tubo, dal punto di vista formale queste elezioni hanno dato dei segnali di cambiamento di umore della gente che è stufa di subire passivamente le vicende personali del premier.
Da questo punto di vista Berlusconi è stato poco furbo.
Gli italiani sono un popolo diverso dal resto del mondo. Agli italiani va anche bene che un premier si faccia gli affari propri. Basta però che con gli affari suoi faccia anche quelli degli italiani.
Della serie: mangiate pure, basta che facciate mangiare anche me.

A Berlusconi sarebbe bastato fare qualcosa per i cittadini italiani in questi anni e molti avrebbero detto: sì, s'è anche fatto gli affari suoi ma almeno qualcosa per noi l'ha fatto.

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